Artefiera Bologna, ecco il bilancio dell’edizione 2017

Il direttore Angela Vattese: “Arte Fiera con meno visitatori? Ma io punto a creare un festival”

Artefiera, un’immagine dell’edizione 2017

Artefiera, un’immagine dell’edizione 2017

Bologna, 31 gennaio 2017 - Sono 37 gallerie e 44 espositori tagliati rispetto all’anno scorso – vanto della nuova direzione di Angela Vettese che professa una ricerca della selezione, della qualità e della curatela – ma anche 10.000 visitatori in meno, quindi 48.000 in confronto a un 2016 che chiudeva con un bilancio di 58.000 ingressi, ovvero un 10% in più rispetto al 2015. E’ un dato che salta all’occhio quello dell’esito della ‘nuova’ Arte Fiera chiusa ieri, una struttura rivoluzionata, secondo il punto di vista della nuova direttrice artistica che nel frattempo, dispiaciuta per il dato, riconferma comunque la sua presenza per il 2018 e per il 2019. A confronto i dati online con risalti differenti: nel 2016 200.000 click sui post della pagina ufficiale di Facebook, 170.000 le interazioni su twitter, 20.000 volte utilizzato l’hashtag. Quest’anno sul sito ufficiale le visite superano le 100.000 unità con oltre 500.000 pagine viste (+5% e + 7% rispetto al 2016) con oltre 18.000 utenti unici al giorno.

SIGNORA Vettese, 10.000 visitatori in meno rispetto al 2016, se l’aspettava?

«Mi dispiace per questo dato, ma ho l’impressione che ci siano state meno visite ‘ripempitive’ rispetto all’anno scorso e poi mezzo padiglione in meno, quest’anno due e non due e mezzo, che naturalmente significa meno galleristi ed espositori con minor partecipazione di collezionisti che seguono quegli stand».

Cosa significa ‘meno gruppi riempitivi’?

«Significa meno visite scolastiche, meno gruppi organizzati, meno visitatori senza atteggiamento collezionistico: non li abbiamo incentivati».

Ma i galleristi hanno dimostrato soddisfazione per le vendite?

«Non ho registrato una diminuzione dei visitatori agli stand. Anche sulle vendite gli umori erano per la maggior parte positivi, non è cosa da poco. Poi certo, ci sono le solite 4 o 5 gallerie che si lamentano ma è una lamentela sulle aspettative».

Su queste 10.000 persone immaginiamo che farà una riflessione...

«Certo, anche se una fiera dal mio punto di vista non deve essere super affollata, ma invece essere desiderata dalle persone giuste. Credo poi che si debbano fare i conti anche con la Notte Bianca e la risposta di Bologna: abbiamo dato 100.000 euro al Comune per nostre iniziative e mostre portate fuori dai padiglioni e crediamo sia un modo per gestire turismo e cultura».

Come valuta invece l’andamento strutturale della fiera che ha messo in piedi in sei mesi?

«Sono felice di aver portato a termine questo impegno. Qualche novità è stata apprezzata ma il vero risultato lo sapremo alla prossima edizione».

Questo vuol dire resterà nel 2018 e 2019?

«Sembra di sì, abbiamo deciso di proseguire e davanti a noi c’è un nuovo anno per fare cose più innovative, anche perché un cambiamento non si può vedere da una prima edizione. Questo genere di eventi si basa sul passaparola e Arte Fiera soffre di un passaparola negativo, eredità dello scorso anno».

Cosa vorrebbe cambiare o conservare per la prossima edizione?

«L’obiettivo è una fiera che metta in evidenza l’alta qualità, ma anche una sollecitazione del territorio. Vorrei fare un festival dell’arte che tenesse presente l’aspetto commerciale, espositivo e teorico e sarebbe bello se l’università spostasse in Arte Fiera qualche conferenza importante e se la fiera riuscisse a diventare un evento catalizzante di altre cose, penso al Festival della Letteratura di Mantova, ad esempio».

Continuerà a non puntare sulle gallerie straniere?

«Se verranno più stranieri sarò felice, ma lo sarò ancor di più se gli italiani, a parità di numero, avranno più gallerie leader. Le gallerie straniere aumentano i compratori stranieri, ma non credo che Arte Fiera debba essere una mini Art Basel, non mi interessa quel modello con presenze straniere pagate a caro prezzo».

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