Lo spartito inedito di Verdi ritrovato in cantina: "All’asta per vederlo in scena"

Pagine del 1848 recuperate dal nipote di un direttore d’orchestra

Andrea Reverberi con lo spartito inedito di Verdi (fotoSchicchi)

Andrea Reverberi con lo spartito inedito di Verdi (fotoSchicchi)

Bologna, 30 gennaio 2017 - A volte succede. Succede di passare tra i banchetti di un mercatino di cose vecchie e trovare quell’incisione di Dürer perduta. Oppure di scavare in cantina perché ogni tanto bisogna mettere a posto, e scoprire dentro a un tubo per disegni di architetti, uno spartito originale di Giuseppe Verdi. Il primo caso è parto della fantasia, il secondo è realtà. È successo a un signore di Bologna che si chiama Andrea Reverberi e fa il consulente del lavoro. «Qualche anno fa stavo appunto mettendo a posto la cantina dove erano custodite alcune delle tante cose lasciate da mio nonno, il maestro Mario Mancini, direttore d’orchestra ed ex segretario dell’Accademia Filarmonica di Bologna, e lì dentro a un tubo, in un armadio pieno di spartiti musicali, l’ho trovato».

Il Graal musicale è una partitura originale, sconosciuta e finora mai andata in scena, frutto del genio di Busseto: si tratta della terza versione della “Cabaletta di Oronte”, dell’opera lirica “I Lombardi alla prima crociata”. E domani andrà all’asta nella Casa d’aste Gonnelli di Firenze.

Leggiamo sul sito della casa d’aste: «Lotto 958, base d’asta 25mila euro, manoscritto musicale autografo non firmato. Partitura d’orchestra. Manoscritto a inchiostro nero su carta leggera usata all’epoca per la spedizione. Alcuni brevi strappi ai margini delle carte. Al recto del margine destro della prima carta si legge, di altra mano, “Questo pezzo è scritto dal Celebre Maestro Sig.r Giuseppe Verdi”».

Secondo le ricerche, questa versione venne composta da Verdi a Parigi nel 1848 e inviata al tenore Nicola Ivanoff per una rappresentazione a Roma probabilmente mai realizzata. Un piccolo e rarissimo tesoro. Almeno per i melomani e gli appassionati di Giuseppe Verdi.

Ci sono voluti alcuni anni di studi e perizie per arrivare alla conclusione che la partitura, in tutto otto pagine, fu scritta di proprio pugno da Verdi. Una perizia giurata dell’esperto d’arte Stefano Liberati e del maestro Antonello Palazzolo ha infatti stabilito che si tratta appunto della terza versione della “Cabaletta di Oronte”, risalente al 1848 e composta dal Maestro mentre si trovava a Parigi. Anche il musicologo David Kimbell ha studiato e certificato lo spartito. Il tipo di carta, un pregiato e costoso mix di seta e cotone, ha garantito la perfetta conservazione del documento.

Anche il ministero dei Beni culturali, tramite la Sovrintendenza, ha certificato che la partitura è di «particolare interesse culturale perché riveste carattere di rarità e pregio». Domani alle 14.30, l’opera sarà dunque battuta e il manoscritto è già visibile sul sito www.gonnelli.it.

Lo 'scavo' nella cantina bolognese risale a un paio d’anni fa. Da allora il cammino dello spartito verdiano che ora approda all’asta, è stato lungo.

Dopo la perizia degli esperti, Reverberi ha cercato di accertarsi che il manoscritto non risultasse rubato. Superato anche questo scoglio, il ritrovamento «è stato denunciato alle autorità comperenti». E poi via all’iter che coinvolge Soprintendenze, Ministero e Regione allo scopo di dichiararne l’interesse storico e artistico. La prelazione, per legge, spettava alla Regione Emilia Romagna.

«Ho deciso di mettere la “Cabaletta” all’asta – racconta Reverberi, assistito dall’avvocato Chiara Malaguti – perché il mio sogno è di vedere l’opera in scena, cosa finora mai avvenuta. Dopo aver parlato con il Ministero e le istituzioni, che però non hanno ritenuto di valorizzarlo come sarebbe stato mio desiderio, ho pensato che non fosse giusto tenere lo spartito chiuso in una cassetta di sicurezza. Gli appassionati di Verdi sono molti per cui mi auguro che lo compri qualcuno che sappia valorizzarlo e, spero, anche metterlo in scena in qualche teatro in giro per il mondo. Altrimenti lo lascerò a mia figlia, come mio nonno lo lasciò a me».

Date un’occhiata in cantina, non si sa mai. Soprattutto se avete avuto un nonno melomane.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro