Un'immagine del Brickell Flatiron che sorgerà a Miami
Bologna, 8 febbraio 2017 - A ridosso del più grande (e meglio conservato) quartiere Art Decò del mondo, proprio di fronte all’Oceano, avrà un segno italiano il futuro panorama urbano di Miami. Nella città della Florida, infatti, sorgerà a breve un ampio complesso residenziale di lusso, il Brickell Flatiron, 64 piani, nel distretto finanziario, costo medio per metro quadro circa 7.500 dollari, progettato dall’architetto bolognese Massimo Iosa Ghini, al quale il MAMbo ha dedicato nel 2014 una esaustiva personale.E proprio a MAMbo verrà presentato oggi alle 18.30 il progetto.
Iosa Ghini, un trionfo del made in Italy a Miami.
«Sì, qui siamo all’opposto della filosofia dilagante del chilometro zero. Il Brickell Flatiron nasce come concentrato della migliore produzione per costruzioni e arredamenti italiana. Con la partecipazione delle più celebri aziende simbolo di questo distretto produttivo. È un omaggio alla qualità nel design e nei materiali. Dai marmi di Carrara degli ingressi al legno del parquet alle rifiniture, sino ai mobili delle cucine e dei bagni, sarà tutto importato dall’Italia».
Architetto, allora il futuro è sempre più del lusso.
«Più che del lusso, della ricerca della qualità estrema. L’acquirente sa che oggi, se vuoi alcune eccellenze, le trovi solo in Italia. Ed è anche una questione di artigiani, non solo di aziende. Perché poi i mobili, i pavimenti, gli infissi, bisogna installarli. E questo riesce a farlo solo la manodopera specializzata italiana. Per cui porteremo a Miami anche le nostre maestranze, oltre ad alcuni ‘docenti’ che formeranno i tecnici locali».
Progetti possibili solo a Miami?
«Non necessariamente. Oggi l’esigenza primaria è quella del massimo comfort nel luogo che abbiamo scelto per trascorrere la nostra vita: la casa. Certo, in America abbiamo adottato alcuni accorgimenti, loro le chiamano ‘amenities’, che ancora qui non sono la norma. Penso ad esempio a una vasta zona comune per la conservazione del vivo, ognuno ha la sua area, con la climatizzazione perfetta per salvaguardare le bottiglie. O alla piscina panoramica al sessantaquattresimo piano. Ma, adattandolo alle esigenze locali, anche Bologna potrebbe ospitare interventi architettonici di rilievo».
Pensa a nuove unità abitative?
«Penso che a Bologna le priorità siano altre. La città diventa sempre più attrattiva sul mercato internazionale del turismo. Basta vedere l’incremento di arrivi al nostro aeroporto. Ci sono iniziative come Fico che saranno un ulteriore elemento di interesse per i visitatori. Quello che manca è il corollario, le infrastrutture, non possiamo permetterci di arenarci sul tema dei collegamenti. È lì che va intensificata l’iniziativa, nei servizi per dare veloce accesso a queste zone. Tutto deve essere reso facilmente fruibile e non abbandonato a se stesso. Questo deve avvenire anche per lo Stadio, riqualificando tutta l’area intorno».
Architetto, ma un edificio come il Brickell Flatiron a chi si rivolge?
«Quando progettano una iniziativa così ampia, si tratta di oltre 500 appartamenti, gli americani cercano di renderla appetibile per una tipologia vastissima di acquirenti, non solo per i super ricchi. Così, nell’edificio ci sono varie tipologie abitative, dal miniappartamento per i single all’impressionante attico con terrazza sull’Oceano e piscina».
Vietato, quindi, usare la parola lusso...
«In America sì, specie a Miami, perché qui lusso è diventato sinonimo di spreco e invece tutto deve essere razionale, niente esagerazioni ma, anzi, si è più attenti nel fare marketing alla sostenibilità, al limitato impatto ambientale, a una eleganza che non deve essere appariscente. E il Made in Italy risponde perfettamente a questi criteri».
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