Sgombero viale Aldini, altri 21 indagati oltre De Pieri

All'attivista del Tpo, per cui è scattato il divieto di dimora a Bologna, vengono contestati i reati di resistenza aggravata, lesioni a pubblico ufficiale e furto FOTO Lo sgombero

Gianmarco De Pieri (FotoSchicchi)

Gianmarco De Pieri (FotoSchicchi)

Bologna, 31 agosto 2015 - Oltre al leader del Tpo Gianmarco De Pieri, ci sono altri 22 indagati per la manifestazione di protesta del 18 giugno dopo lo sgombero della palazzina di viale Aldini (FOTO), a Bologna, di proprieta’ della societa’ Unifica holding.

Tra i 15 indagati, ci sono 12 attivisti dei centri sociali (dieci uomini e quattro donne, tra i 19 e i 48 anni) ma anche quattro extracomunitari, a cui e’ contestato il solo reato di occupazione di edifici. Nei fatti risultano coinvolti anche cinque ragazzi minorenni (che all’epoca dei fatti avevano tra i 16 e i 17 anni), su cui procede la Procura dei minori.

A De Pieri, per cui il giudice ha firmato un divieto di dimora su richiesta della Procura, i pm contestano i reati di resistenza aggravata e lesioni a pubblico ufficiale, oltre al furto aggravato per aver sottratto un trapano (poi gettato per terra rendendolo inutilizzabile) dal furgone degli operai arrivati in viale Aldini per chiudere l’edificio dopo lo sgombero. Ma le accuse di resistenza aggravata sono mosse anche ad altri sei attivisti (contro le forze dell’ordine sono volati calci e anche uno schiaffo) e quella di furto a cinque persone, che insieme a De Pieri hanno sottratto attrezzature dal furgone di operai: chi un saldatore, chi un sacco di cemento, chi dei mattoni e altro materiale edile, per poi scagliarli a terra, contro gli agenti o in mezzo ai viali. De Pieri, oltre al trapano che ha distrutto, ha afferrato una trave da un metro e mezzo che si trovava nel furgone l’ha scagliata in direzione di un agente, mancandolo. Per tutti gli altri indagati c’e’ solo il reato di occupazione di terreni ed edifici.

Ad un attivista di 27 anni, identificato come il promotore della protesta, e’ contestato il reato di interruzione di pubblico servizio, istigazione a delinquere e manifestazione non preavvisata: e’ stato lui a sedersi per terra, incitando gli altri a fare altrettanto (dicendo “Raga’, ci sediamo la’”), per impedire l’accesso allo stabile ai Vigili del fuoco, che erano stati chiamati per far scendere i due extracomunitari che si erano barricati sul terrazzo. Il ‘blocco’ messo in atto dai dimostranti ha fatto si’ che i pompieri non siano potuti intervenire e questo a sua volta ha fatto persistere la paralisi di viale Aldini (e a catena dei viali di circonvallazione cittadini) pressoche’ per l’intera giornata. I due stranieri si sono infatti decisi a scendere solo verso le 18.30, dopodiche’ l’intervento delle forze dell’ordine si e’ concluso e la situazione e’ tornata alla normalita’.

Per De Pieri la Procura aveva chiesto gli arresti domiciliari, ma il giudice Letizio Magliaro ha optato per il divieto di dimora a Bologna, che pure ha suscitato molte polemiche. Da venerdi’, il leader del Tpo non puo’ accedere nel territorio del Comune di Bologna senza l’autorizzazione del giudice. Per i pm e per il giudice la misura e’ necessaria per evitare che in future proteste De Pieri potesse commettere gesti di violenza come ha fatto il 18 giugno e in passato. La Procura oggi, per bocca del procuratore reggente Massimiliano Serpi e dell’aggiunto Valter Giovannini, ha ‘difeso’ la richiesta di una misura cautelare, spiegando che e’ finalizzata a evitare future violenze e reati e non certo dettata da motivi politici. “Con alta probabilita’” De Pieri avrebbe ripetuto condotte delittuose e “impedirlo e’ compito della autorita’ giudiziaria in uno stato di diritto quale e’ il nostro”, ha detto Serpi.

(Fonte Dire)

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