Defranceschi pubblica il suo casellario giudiziario: “Ecco, sono pulito”

Il candidato grillino torna all’attacco: “La Procura mi ha negato la possibilità di accedere a eventuali atti riguardanti l’inchiesta delle spese pazze in Regione”

Andrea Defranceschi

Andrea Defranceschi

Bologna, 22 settembre 2014 - Andrea Defranceschi torna all'attacco: ribadisce che c'è alcun atto ufficiale sul suo coinvolgimento nella indagine della Procura di Bologna sulle spese dei gruppi consiliari della Regione (all'origine, a quanto pare, della sua esclusione dalle liste M5s) ma informa di aver tentato un accesso agli atti alla magistratura. "Due settimane fa ho chiesto di visionare un eventuale fascicolo (qualora ci fosse), che mi riguardi in qualità di capogruppo, cioè di colui che firma i bilanci contenenti le spese di tutti i membri del gruppo. Siccome non sono uno Stefano Bonaccini dei tanti non ho mai chiesto di percorrere vie preferenziali solo perché devo fare campagna elettorale. Non ho chiesto di anticipare la conclusione naturale delle indagini".

Questo, sottolinea Defranceschi, "lo fanno i politici e gli showmen. Io invece, sono sempre rimasto un cittadino come tutti gli altri. Non percorrerò scorciatoie per dimostrare quello che so, e che la Corte dei conti mi ha gia' confermato a giugno, definendo le spese del gruppo M5s 'legittime, congrue e razionali'". Quanto alla sua posizione di indagato, "ancora non mi è dato sapere niente sullo stato delle indagini. Non mi è stato dato accesso, fino a oggi, a queste informazioni in quanto le indagini risultano ancora secretate". In un lungo post su Facebook Defranceschi pubblica invece il suo certificato del casellario giudiziario ("Pulito. Come la mia coscienza") e dei carichi pendenti ("Nessuno. In questo certificato, sono scritti i processi in corso a tuo carico. Io non ne ho").

 
è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro