Delirium tax, parla una vittima: "Mi hanno fatto pagare anche lo zerbino"

Cresce la rabbia dei commercianti: "E' assurdo, così non si può andare avanti" FOTO Le facce della protesta

Bologna: Gisella Tagliavini, titolare dell’erboristeria Natsabè (FotoSchicchi)

Bologna: Gisella Tagliavini, titolare dell’erboristeria Natsabè (FotoSchicchi)

Bologna, 5 marzo 2015 - Parla di controlli "da servizi segreti", messi in atto "con criteri di azione non illustrati alla città dalla società di riscossione, dietro la quale c’è però sempre l’amministrazione comunale". Non usa mezzi termini il vicepresidente dell’Ascom, Valentino Di Pisa, a proposito della Delirium tax (la tassa sulla pubblicità applicata anche ai contenuti delle vetrine) che in questi giorni è tornata alla ribalta. Di Pisa la definisce "incomprensibile per principi e per sistema di applicazione". "I controlli – spiega – danno seguido ad avvisi di accertamenti per l’anno in esame ma anche per quello dopo visto che l’imprenditore, caduto in errore, non sapendolo non ha integrato al settore entrate i mezzi pubblicitari accertati. Insomma, una legge nazionale ingiusta ma anche un regolamento comunale iniquo". 

Di Pisa, mentre auspica un cambiamento della legge nazionale, magari promosso proprio dal Comune di Bologna attraverso l’Anci, chiede comunque a Palazzo d’Accursio di "semplificare il regolamento e ridurre le tariffe, per dare alle imprese più possibilità di sfruttare un mercato che comincia ad accennare timide riprese". L’Ascom ha comunque attivato un servizio di assistenza gratuito ai suoi associati e chiede di aprire subito un confronto tecnico con gli uffici comunali.

"E’ stata una cosa assurda, mi sono sentita violentata da quella situazione. In casa mia, nel mio negozio, mi hanno fatto pagare pure il tappetino d’ingresso. Merola? Che abbassi le aliquote o elimini le tasse ingiuste, noi commercianti non ce la facciamo più". La rabbia di Gisella Tagliavini, titolare dell’erboristeria Natsabè di via Andrea Costa 121, parte dal 2009, dalle cartelle della prima famosa ondata di Delirium tax. Dopo le dichiarazioni sul nostro giornale del sindaco Virginio Merola, che ha escluso un dietrofront a meno di una modifica alla legge nazionale, alcuni commercianti bolognesi (foto) hanno lanciato, senza nemmeno mettersi d’accordo, un messaggio comune al primo cittadino: basta tasse che soffocano i negozianti, o qui si chiude.

"Io ho pagato da 2800 a 1800 euro nel 2009 per un’addizione con vetrina e tappetino. Cinque anni dopo dico al sindaco: è giusto assillare noi commercianti con imposte così, in un periodo di crisi come questo? Pensate che ho tanti cartelli promozionali che potrei appendere, ma non lo faccio: rischio di ribeccarmi la Delirium tax. Invece ora verso 53 euro al Comune per quelle poche cose che ho. Merola non faccia un autogol: per noi commercianti così è difficile sopravvivere".

In via Nosadella 55 c’è il ristorante self service ‘Garisenda’. La titolare Giuseppina Faraoni dà le minestre a 4 euro. Ma la tassa dei rifiuti è a 6mila, di euro. "Pago un’esagerazione a fronte di tanti sacrifici, già sto dicendo a mia figlia: non comprare la casa, stai in affitto, non conviene. In più, per far fronte ai costi fissi insormontabili, sto lavorando di più io dalle 5 alle 17 per non mettere a casa uno dei miei 3 dipendenti. In periodi di crisi come questi l’amministrazione fa così: fa cassa con noi commercianti. Noi siamo esausti, Merola lo sappia. Il Comune deve rientrare di 12 milioni di euro? Non lo faccia a spese nostre". Anche la Faraoni nel 2009 ha tastato la Delirium: "Cinquemila euro tra pedana, vetro interno, piedistallo e bacheca fuori. Poi grazie ad Ascom tutto è rientrato". 

Tornando in via Andrea Costa, al 131, Roberto Fanti della mesticheria ‘L’Artistica’ resta sul concetto di ingiustizia: "Io, 5 anni fa, intuendo il problema ho tolto subito qualsiasi cosa dai vetri. Ma è possibile che si debbano pagare semplici locandine? Va bene l’insegna, ma un cartello che problema dà? Non è pubblicità". 

Poco più in là, alla macelleria ‘Querzola carni’, il titolare Rodolfo è critico con la tassa. Meno con Merola, anzi. "Lo stimo, se la legge è nazionale lui non può farci nulla. Detto questo, viviamo in un momento di crisi e non si devono ingabbiare le idee di commercianti in lacci e lacciuoli". Sull’argomento Delirium tax ieri è intervenuto anche Matteo Lepore, sottolineando che esistono "esenzioni per esercizi che, per esempio, si fanno carico della cura di beni artistici e culturali".

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