Quando la musica è al Dente tra gente che passa per caso

Il cantautore stasera al Bolognetti Rocks sul palco fra brani vecchi e nuovi di Benedetta Cucci

Beato Me - Dente

Beato Me - Dente

Bologna, 24 luglio 2014 - Accordi di chitarra acustica e testi autobiografici che accarezzano il cuore, percorrendo una geografia delle emozioni indie che riguarda un pubblico sempre più vasto. Il suo cantore si chiama Dente, al secolo Giuseppe Peveri, la sua passione è il pop d’autore e questa sera le sue canzoni saranno la colonna sonora di una notte di mezza estate al Bolognetti Rocks. Come va l’estate di Dente? «Sta andando bene, tra concerti e giri per i concerti di persone che mi piacciono».  Quindi non sogna le ferie? «No, da quando ho iniziato a fare quello che mi piace. La vacanza è un distacco da quello che solitamente si fa nella vita e a me non piace allontanarmi da quel che sto facendo. Non devo più andare in vacanza. Scrivo, suono a casa da solo anche senza pubblico, faccio concerti, vado a vedere i miei amici che suonano o musicisti come Neil Young».  Quello che propone stasera è la versione estiva del tour legato all’ultimo disco ‘Almanacco del giorno prima’, diverso da quello invernale? «In inverno ho suonato nei teatri dove c’è un’atmosfera più raccolta e tranquilla, con la gente seduta. D’estate la scenografia cambia, la situazione è più frivola e tutto si dilata. Proporrò canzoni da altri dischi spalmando i suoni di Almanacco su pezzi più vecchi. E’ un concerto con meno pause, più schietto, la gente non è seduta e magari se ne va in giro con una birra».  Inoltre a Bolognetti Rocks non c’è un biglietto da pagare, il che rende tutto più variabile e improvviso, nel senso che il pubblico potrebbe non essere lì per lei, ma piuttosto per passare una serata. «E’ bello suonare per qualcuno che passa lì per caso e s’incuriosisce... se hai però il pubblico che è venuto per te. Quello del ‘passo lì per caso’ è un pubblico che conosco molto bene, quello dei miei primi anni e il fatto che ogni tanto debba ancora conquistarlo non mi dispiace». L’ultimo album che momento della sua vita musicale racconta?  «Io tra di noi del 2011 lo scrivevo in un momento strano della mia vita in cui mi sentivo in balia delle cose, mi ero lasciato andare, delegavo molto... avevo perso una delle due redini della vita. Nel 2014 ho un po’ ripreso in mano le cose e soprattutto la seconda redine e ho fatto un disco con calma, uscendo dalle logiche discografiche».  

Benedetta Cucci

Info: ingresso a offerta libera, inizio alle 21

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