Fisco, con la Tasi piange Bologna e ride Forlì

Sotto le Due Torri +48 euro per chi ha figlio a carico, + 45 euro a Ferrara e + 7 a Reggio. Bollettino più leggero invece a Modena (-41), Ravenna (-24) e Rimini (-14)

Tasi

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Bologna, 19 settembre 2014 - Nel passaggio da Imu a Tasi, i cittadini emiliano-romagnoli che ci perderanno di piu' sono quelli di Piacenza: i proprietari di prima casa con un figlio convivente dovranno pagare 59 euro in piu', dato che equivale al 25esimo rincaro piu' consistente a livello italiano e al primo tra le citta' della regione. Va molto meglio a Forli', che si colloca all'estremo opposto delle due graduatorie: chi ha un figlio risparmiera' 139 euro, chi non ce l'ha ben 189.

Sono i dati che emergono da uno studio realizzato dalla Cgia di Mestre, che ha analizzato le delibere di 97 Comuni capoluogo di provincia che hanno deliberato l'aliquota Tasi per l'anno in corso. I calcoli sono stati effettuati sulla base della rendita catastale media di ciascun Comune e si e' considerata una abitazione di tipo civile. In Emilia-Romagna, oltre che a Piacenza, per le famiglie con figli i rincari si registrano a Bologna con 48 euro (31esimo posto della classica nazionale), Ferrara con 45 euro (33esimo) e Reggio Emilia con sette euro (47esimo).

Si paghera' di meno, invece, non solo a Forli' ma anche a Parma (-43 euro), Modena (-41), Ravenna (-24) e Rimini (-14). Passando ai nuclei senza figli, e' solo a Piacenza che ci si attende un aumento. In tutti gli altri Comuni esaminati si paghera' di meno o si profila una situazione di sostanziale stabilita': dopo il risparmio di Forli' c'e' quello di Parma (-93 euro), poi Rimini (-64), Modena (-41), Ravenna (-24), Reggio Emilia (-23), Ferrara (-5) e Bologna (-2). "Se teniamo conto che nel 2013 la quasi totalita' degli italiani non ha pagato l'Imu sulla prima casa- dichiara il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi- gli importi previsti dal nuovo tributo sui servizi indivisibili per l'anno in corso rischiano comunque di mettere in seria difficolta' economica non poche famiglie, soprattutto quelle meno abbienti".

(Dire)

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