Divorzio breve? Non c’è niente da gioire

La lettera, risponde il vice direttore del Resto del Carlino

Bologna, 29 maggio 2015 - VARATO il ‘divorzio breve’. Ho letto l’intervista a una donna contenta di beneficiare della nuova normativa. ‘Quando ho saputo che potevo ottenerlo, ho pianto di gioia’. Bisogna stare attenti che, a piangere, non siano i figli, che, con questo nuovo colpo di spugna, assisteranno al vanificarsi in tempi rapidi le speranze di rivedere insieme i genitori.  Vittorio Baldini

Risponde il vice direttore del Resto del Carlino

QUANDO si decide di formalizzare la separazione davanti a un giudice, il più è fatto. E quindi appare evidente che prima si divorzia, meglio è. Mi accoderei anch’io, quindi, all’esultanza di quella donna. Qualcosa però non mi convince. Mi ricorda un po’ il tema dell’aborto. Ero un ragazzo quando votai a favore ma non ho mai pensato, neanche allora, di essere d’accordo. Credo solo che in uno Stato che voglia dirsi laico le regole debbano essere valide per tutti e non solo per i credenti. E non di fede si tratta, sia nel caso dell’aborto che in quello del divorzio, ma di un modo di intendere la vita. Si può sbagliare, certo. E si deve avere la possibilità di incontrare una persona migliore. Ma questa velocità nel cambiamento va a favore solo di una maggiore superficialità dei rapporti. E non parliamo dei poveri figli...

massimo.gagliardi@ilcarlino.net

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