Bologna, 11 marzo 2014 - NON TRAGGA in inganno il nome: Espansione Marketing, (capofila di Espansione Group), nata nel 1981 e attiva nel settore medicale, estetico e della cosmesi, non dice nulla sull’azienda ma spiega benissimo la filosofia aziendale. Alla guida c’è Rodolfo Pomar, un passato da dirigente alla Johnson & Johnson.

Pomar, ha rinunciato al posto fisso.
«Avevo voglia di sperimentare e mettermi in gioco su progetti miei. Un pallino che ho sempre avuto. Il mio prototipo chirurgico, sviluppato per gioco e poi venduto alla Johnson & Johnson, l’ho realizzato nel garage di casa mia...».
Era uno studente di medicina?
«No, di legge. La medicina e l’anatomia sono due passioni che ho ereditato mio padre, avvocato anche lui...».
Oggi si direbbe che aveva voglia di differenziare l’offerta.
«È quello che ho fatto con Espansione Marketing, infatti. Siamo partiti come distributori di prodotti medicali tedeschi. Avevamo voglia di migliorarli e crearne di nuovi, ma la ricerca tedesca non lasciava molto spazio ai consigli. Così 19 anni dopo ci siamo messi a produrre in proprio, a Crevalcore, dove è nata la nostra prima divisione produttiva: Evoluzione Marketing. Altri 12 anni e abbiamo capito che, se i nostri prodotti erano chirurgicamente validi, lo sarebbero stati ancor più per l’estetica. L’ultimo passo è stata la cosmesi. Il ragionamento è lo stesso: realizzare prodotti e strumenti di bellezza con lo stesso rigore scientifico che si adopera per la medicina».
Un bel rischio: in tempi di crisi molti hanno pensato di concentrarsi sul proprio core business.
«Vedete, credo che conti l’esperienza in una multinazionale: ho imparato ad avere una concezione più aperta possibile del marketing e degli affari. Comunque non ci siamo fermati: nei prossimi mesi partirà una start-up legata al marketing estero per la quale abbiamo coinvolto 5 neolaureati».
Scusi, non bastava assumerli?
«Crediamo che il modo migliore per stimolare le persone sia coinvolgerle al 200%. Non cercavamo nuovi dipendenti, ma futuri imprenditori con qui stringere partnership. Infatti saranno loro stessi, per dire, a scegliere il nome della società».
È solo un modo per risparmiare sul personale, dica la verità...
«Affatto. Anche noi stiamo scommettendo in prima persona. E in solido, investendo tempo e 150mila euro di budget tra formazione e allestimento della struttura. Poi, soprattutto, daremo loro la prima grande commessa, ovvero la diffusione dei nostri prodotti in una serie mercati che già frequentiamo. Non chiediamo di cominciare da zero, ma di incrementare quei volumi. È una fiches iniziale, come a poker».
La principale soddisfazione?
«Il nostro prodotto di punta è la tecnologia Young Again, una sorta di maschera laser per eliminare gli inestetismi della pelle del volto. Sviluppata per la chirurgia estetica, ha trovato incredibili applicazioni nella lotta dei tumori della pelle. A novembre 2012, l’oncologo di un centro d’eccellenza romano, il dottor Paolo Mezzana, tenne una conferenza stampa a Roma per dire che la terapia fotodinamica, sviluppata sulle nostre tecnologie, aveva fornito la base per la cura e la prevenzione del cancro alla pelle. Chi, come la nostra famiglia, ha combattuto a lungo contro il cancro, può capire che sia stata questo il traguardo più bello di trent’anni di attività». 

Simone Arminio