Bologna, 27 marzo 2014 – Lo sostiene da anni. Con la convinzione che mette nelle cose in cui crede. "L’Emilia Romagna — dice Massimo Bottura (video), chef con tre stelle Michelin, recente vincitore del White Guide Global Gastronomy Award, il Nobel della gastronomia — con i suoi artigiani, i suoi casari, i suoi contadini, i suoi pescatori, ha tutte le potenzialità per diventare una nuova Catalogna". Bottura interviene all’incontro sull’Expo 2015 di Milano, organizzato dalla Regione Emilia-Roamagna e QN-il Resto del Carlino ieri a Bologna a 400 giorni dal taglio del nastro dell’Esposizione universale (1 maggio 2015) che avrà per tema ‘Nutrire il pianeta, energia per la vita’.

Bottura, che cosa portano, i nostri territori, all’Expo?
"Dovremo portare e mostrare al mondo la nostra eticità. Fare capire quanto siamo etici, quanto amiamo la biodiversità".

L’etica come premessa della qualità?
"L’etica è a monte della qualità. E il mondo chiede qualità. Ecco, l’Expo deve essere anche un modo per mostrare che facciamo bene le cose. A partire dalle eccellenze dei nostri artigiani, dei nostri casari, dei nostri contadini, dei nostri pescatori".

Chi è oggi un grande cuoco?
"Un grande cuoco è colui che manipola la materia prima di un grande artigiano per sublimare l’ingrediente di qualità. La cucina moderna è etica ed estetica, è quasi un gesto sociale".

All’Expo sarà rappresentato il mondo intero. La nostra cucina come è vista all’estero?
"L’immagine della cucina emiliana, di quella bolognese in particolare, è un brand internazionale incredibile. Una cosa di cui, forse, i bolognesi, in crisi di identità, non si rendono conto del tutto".

Cosa c’è dopo l’Expo?
"C’è Fico, la Fabbrica italiana contadina (un grande parco tematico agroalimentare che sorgerà a Bologna, ndr). Un progetto straordinario, unico al mondo. Con Fico si guarda davvero al futuro".

E che cosa vede nel futuro della nostra cucina?
"Nel futuro vedo cuochi che entrano in cucina con le mani sporche di terra, di latte appena munto, guidati dal loro passato e dalla loro memoria, distillata in chiave critica e non nostalgica, per portare nel futuro il meglio del nostro passato. Con un profondo rispetto delle materie prime".

Lei ha un progetto di scuola per giovani cuochi.
"A Villa Sorra, nel Modenese, c’è un’azienda agricola abbandonata, un luogo della memoria. Villa Sorra può diventare sede di una università internazionale di primissimo livello. Dove si potranno creare un nuovo tipo di contadini e di cuochi. Formare contadini che sappiamo come si cucina e cuochi che pratichino davvero l’agricoltura; il tutto con un sapere universitario".

Ha un progetto per l’Expo?
"Non posso dire nulla, perché è troppo grande. Si chiamerà ‘Condivisione universale’. Lo presentiamo il 16 aprile con il cardinale di Milano Angelo Scola e la Caritas. Abbattiamo le barriere, apriamo le braccia... Ho bussato a tante porte e... beh, qualcuno mi ha ascoltato".

Luca Orsi