Bologna, 5 giugno 2014 - Non solo il mare o la vita notturna, ma anche l’entroterra e i distretti: l’Emilia Romagna si conferma un volano anti crisi e un traino per la reputazione internazionale del nostro Paese, mentre Veneto e Lombardia subiscono un tracollo di reputazione dovuto agli scandali legati  alle numerose inchieste giudiziarie e ripresi da autorevoli quotidiani come Le Figaro e Financial Times. Lo rivela una ricerca dell’Agenzia di comunicazione Klaus Davi presentata oggi in occasione di un convegno promosso dall’Assessorato al turismo della Regione sul “Brand Emilia Romagna” e realizzata monitorando oltre 50 prestigiose testate mondiali. 
 

A trainare il marchio Emilia Romagna a sorpresa non sono solo il mare o la vita notturna, che pure si piazzano in prima posizione (con il 34% delle citazioni), celebrati da testate come la tedesca Bild o la britannica Sunday Times, ma anche l’entroterra e i distretti che suscitano un interesse sempre crescente (21%).
 

Oltre alle già rinomate spiagge di Rimini e Riccione, particolarmente amate dalle testate tedesche come la Bild e Der Standard che le ritengono un “must per tutte le stagioni”, sono gli itinerari in città come Bologna, Ferrara, Ravenna a farsi sempre più largo; si va dagli inglesi di The Independent, che definiscono il capoluogo di regione “una scommessa vincente anche per il turismo invernale grazie a splendidi colonnati e spettacolari monumenti facilmente raggiungibili”agli iberici di El Mundo, letteralmente sedotti da Ferrara; “una vera miniera di luoghi assolutamente straordinari. Infatti, è senza dubbio una delle più affascinanti d’Italia senza la calca di turisti. Non si può non fare una passeggiata, preferibilmente in bici, anche se il trasporto è un’eccellenza di questa zona d’Italia.”


“Un chiaro riconoscimento - commenta Maurizio Melucci, Assessore al Turismo dell’ Emilia Romagna - alla capacità della nostra regione di diversificare l’offerta turistica valorizzando l’entroterra. Più questa offerta è strutturata, articolata, organizzata e meglio comunicata, più all’estero la gradiscono e la valorizzano. I riconoscimenti dei giornali stranieri provano che abbiamo un mare meraviglioso ma che abbiamo anche saputo comunicare un entroterra e le immense ricchezze del nostro territorio.”


Al terzo posto, e non poteva essere altrimenti, l’enogastronomia con i ristoratori che sono considerati dei veri e propri divi di Hollywood. È sempre altissima infatti la percezione sulla stampa estera del settore agro alimentare con il parmigiano che si conferma una superstar tanto da spingere il celebre quotidiano francese Le Monde a definirlo come “ tesoro gioiello da preservare”. Elegiaco lo speciale del mostro sacro della stampa americana Forbes che in un reportage di David Rosengarten battezza l’Emilia Romagna come “il grande tesoro gastronomico d’Italia, una fantastica regione con prodotti di straordinaria qualità e ristoranti che sono dei veri paradisi culinari”. Infatti, oltre a prodotti faro come il suddetto Parmigiano Reggiano, l’aceto balsamico di Modena, il prosciutto, la mortadella  o il Lambrusco, sono gli chef e i ristoratori a diventare icone e testimonial del savoir faire regionale. Star come Spigaroli, Masiero e Marchesi vengono osannati da illustre firme di The Guardian, Die Welt e Le Point che ritengono una cena nei loro ristoranti come “una tappa immancabile”.


“Questa è la prova – commenta Melucci – di come anche la iniziativa provata, usando il patrimonio territoriale, possa essere un traino alla reputazione turistica della nostra regione e che il commercio è un elemento irrinunciabile della nostra identità internazionale  composta da tante piccole gemme e gioielli come appunto i nostri chef  che fanno da volano.”


Ma il “Brand Emilia Romagna” non è solo turismo, anche l’impresa fa la sua parte e lo fa alla grande.  Sicuramente le grandi aziende si confermano un traino economico, ma si fanno largo i distretti e le piccole e medie imprese. La stampa estera concede ampio spazio ai consorzi, in primis Parmigiano Reggiano, esaltato da Le Monde, e ai distretti come il biomedicale di Mirandola e il tessile di Carpi, elogiati da Le Figaro e Financial Times.


Incredibilmente, il settore della cultura deve ancora molto al genio della nostra cinematografia e a un mito del passato come Federico Fellini, assoluto protagonista, insieme a Giuseppe Verdi, di itinerari ad hoc suggeriti dal New York Times e Frankfurter Allgemeine.
 

Non mancano certamente i punti di debolezza: Financial Times e Le Monde denunciano le difficoltà delle piccole e medie imprese di fronte alla crisi, la disoccupazione e i disagi post terremoto, ma si tratta di problemi che in generale riguardano tutta l’Italia e che non possono non avere conseguenze in una regione così fondamentale.


In ultimo i social network; secondo la ricerca di Klaus Davi, la visibilità sulle principali piattaforme social internazionali è piuttosto carente. Fatta eccezione per Youtube, con video e reportage internazionali dedicati alla regione, alle sue ricchezze ed eventi, l’esposizione su Instagram e Twitter e Facebook è limitata al mercato interno.


Insomma, se ce ne fosse stato ancora bisogno, questa ricerca ha dimostrato che la Regione Emilia Romagna è un valore aggiunto che può trainare il Paese fuori da questa crisi infinita.