Festival della Scienza, le lezioni del premio Nobel Amartya Sen

L’organizzazione della Fondazione Mast e di Genus Bononiae – Musei nella città

Amartya Sen con Romano Prodi (foto Schicchi)

Amartya Sen con Romano Prodi (foto Schicchi)

Bologna, 22 maggio 2017 - Si riconferma un enorme successo il Festival della Scienza - organizzato da Genus Bononiae, Fondazione Carisbo e Alma Mater - che ieri è tornato con un ultimo appuntamento ‘da Nobel’, dopo la chiusura con 50mila partecipazioni in 4 giorni.

Sullo sfondo della Fondazione Mast, un pubblico di autorità, studiosi e studenti ha assistito ad un tête-à-tête fra Amartya Sen, premio Nobel per l’economia nel 1998, e il giornalista Armando Massarenti, vertente sul tema: “Salute e sanità universali: un obiettivo davvero irraggiungibile?”.

Oltre a tanti studenti e cittadini che sono riusciti ad iscriversi prima del sold out, in prima fila sedevano Isabella Seragnoli, presidente della Fondazione Mast, Francesco Ubertini, rettore dell’Alma Mater, l’ex premier Romano Prodi, e, da Palazzo D’Accursio, il primo cittadino Virginio Merola, la vice-sindaco Marilena Pillati, l’assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo e Valerio Montalto, neo-eletto direttore generale del Comune.

Lo studioso ha fatto chiarezza sul delicato tema del welfare con esempi dalla sua terra natìa: ha parlato di Kerala, stato indiano che, investendo sull’istruzione e sul sistema sanitario, è passato dall’essere terzo stato più povero dell’India ad essere una degli stati più ricchi del paese. “Sessantaquattro anni fa mi fu diagnosticato un tumore alla bocca, e i medici, a Calcutta, mi diedero il 15 per cento di probabilità di sopravvivere per altri cinque anni -ha raccontato il Nobel-. Non mi è andata male, ma quello che mi colpì fu come il mio medico mi avesse raccomandato, data l’enorme gravità della mia situazione, di curarmi in un ospedale pubblico”. “Di certo, non sono mai stato in un hotel ‘statale’ confortevole”, ha aggiunto lo studioso, quasi a voler insinuare che ogni settore può germogliare meglio attraverso la strada pubblica o quella privata: “La logica di mercato funziona solo quando abbiamo una simmetria informativa, quando cioè chi paga qualcosa sa esattamente cosa riceverà in cambio del denaro. Questo non accade nel settore sanitario: io non so se mi ammalo, e se mi ammalo, non so di quale cura avrò bisogno. Questo è il motivo per cui la sanità non può essere ottimale se tutto è lasciato in mano ai privati”. Il dialogo, introdotto dal saluto di Fabio Roversi Monaco, presidente di Genus Bononiae e padre del Festival, ha toccato anche altri temi critici quali Brexit, ‘figlia di una democrazia dove non c’è stato dialogo né discussione al Parlamento’, la Trump Care, ‘che mostra già i primi fallimenti del neo Presidente’. Anche il tema dell’obbligatorietà dei vaccini è stato toccato dal Nobel: “Un terzo degli americani ha creduto che Obama fosse nato in Kenya e non negli Stati Uniti. I vaccini devono essere obbligatori per il bene pubblico”.

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