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Tecnotelai, a Castel Maggiore, punta sul brand Unica

Silvia Mazzolini, figlia di Daniele, è entrata in azienda nel 2009

Silvia Mazzolini, figlia di Daniele, è entrata in azienda nel 2009

Castel Maggiore, 23 maggio 2017 - "L'è tutto da rifare", borbottava Gino Bartali alla fine di ogni tappa del Giro d’Italia. Tutto da rifare, e su molti piani, avrà pensato Silvia Mazzolini nel 2009, al suo arrivo alla Tecnotelai, azienda di arredamento industriale di Castel Maggiore.

Mazzolini, lei, per cominciare, è un architetto.

"Sì, e non avevo per dimestichezza con il management, anche se conosco da sempre l’azienda e so benissimo quanta passione ci ha riversato mio padre Daniele in tutti questi anni".

Nel 2009, in più, è scoppiata la crisi nera.

"Abbiamo perso il 50% di fatturato in un colpo solo. È stato drammatico, come per tutti".

Cos’ha fatto?

"Attorno a noi le aziende fallivano o si salvavano con l’export, che noi non avevamo mai fatto. C’era da muoversi, e in fretta. Ho studiato, e fatto studiare i dipendenti. Marketing, digitalizzazione, internazionalizzazione, nuovi modelli di business... sono stati anni molto intensi e preziosi".

Nel frattempo il fatturato continuava a calare?

"Abbiamo dovuto ricorrere alla cassa integrazione e ai prepensionamenti, introducendo figure nuove. Sono nati un ufficio ricerca e sviluppo e un team esclusivamente dedicato all’internazionalizzazione, che abbiamo affrontato con uno stratagemma".

Quale?

"Sfatando qualche piccolo tabù: se dico che non ha senso che un allestitore operi all’estero, troppo lontano dalla propria sede, è vero. Poi però, a ben guardare, arriviamo già in Puglia o Calabria. In chilometri, che differenza c’è con Svizzera, Francia o Germania e Olanda? Così siamo partiti. E se all’estero, ancora oggi, andiamo indirettamente con i nostri distributori, e non ha senso fare concorrenza a loro, abbiamo deciso di puntare anche su un nuovo prodotto per un nuovo settore. Ed è nata Unica".

Cos’è Unica?

"Un nuovo brand che opera a Dubai ed è rivolto agli arredi da ufficio, disegnati da noi e realizzati da artigiani italiani. Un prodotto a metà tra il funzionale e il bello, tra l’uso e il design: la nostra parte femminile, contrapposta alla praticità degli arredi industriali di Tecnotelai".

Un nuovo progetto che pesca nel passato.

"Sì, poiché di arredamenti per ufficio si era già occupato mio padre con il marchio Dam, che molti ancora ricordano qui a Bologna... e che siamo pronti a rilanciare sul mercato".

Quando?

"Il 7 giugno, in occasione della festa per i 50 anni di Tecnotelai. Sarà un marchio territoriale, che promuoveremo in un raggio di 200 chilometri da Bologna. Parlando di stile, sarà il trait d’union tra Tecnotelai e Unica".

Una bella sfida...

"Una fra le tante. La prima fu quella di mio padre, quando decise di esternalizzare la produzione a due aziende di Minerbio e Budrio, per puntare tutto sulla pronta consegna, la velocità, l’affidabilità".

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