Bologna, la Perla piace alla Cina. Ecco chi è il magnate interessato

Il presidente del fondo Fosun è il 34esimo uomo più ricco di Cina. Nel portafoglio anche un grattacielo a New York e una squadra di calcio

Guo Guangchang, fondatore e attuale presidente di Fosun International

Guo Guangchang, fondatore e attuale presidente di Fosun International

Bologna, 20 dicembre 2017 - Una volta la Cina portava alla mente la Rivoluzione Culturale e i rapporti del fu Celeste Impero con Bologna si limitavano, al massimo, alle visite delle delegazioni ufficiali. Oggi, invece, tutto è diverso, come prova l’ennesimo tentativo di un grande gruppo cinese di mettere le mani su una delle nostre eccellenze, in quel settore tessile nel quale il ruggito del Dragone è sempre stato potente. Non è ancora tempo di parlare, in relazione a La Perla, di modelli produttivi cinesi e italiani contrapposti o della lotta fra qualità nostrana e colossi stranieri ma in attesa di sviluppi, di certo Fosun International rappresenta un caso da manuale.

Parliamo, infatti, di un’enorme aggregazione di industrie e fondi di investimento, nata a Shanghai nel 1992, negli anni immediatamente successivi alla trasformazione della Cina nell’attuale ibrido di capitalismo aggressivo e monopartitismo socialista, e cresciuta da allora esponenzialmente. Nel portafoglio di Fosun, così, alle industrie farmaceutiche e all’alta finanza si mischiano le assicurazioni, gli ospedali privati e il mercato immobiliare, con i fiori all’occhiello del grattacielo Jp Morgan Chase di New York e, per quanto riguarda l’Italia, della ex sede milanese di Unicredit di piazza Cordusio.

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Ingenti, però, sono anche le partecipazioni nel campo dell’intrattenimento, tra le quali spiccano l’85,6% delle quote del Club Med e la proprietà del club di calcio inglese dei Wolverhampton Wanderers. Gran parte del merito di questi successi va ascritto al fondatore e attuale presidente, il controverso classe ’67 Guo Guangchang, classificato da Forbes, nel 2015, come il 34esimo uomo più ricco di Cina e noto alle cronache per essere scomparso dalle scene per qualche giorno, alla fine di quell’anno, per riapparire improvvisamente al meeting dell’azienda. Alcuni media, al tempo, scrissero di un suo coinvolgimento in accuse di corruzione, ma Guo dichiarò di avere semplicemente assistito le autorità in un’indagine.

 

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