Poste Emilia Romagna, i sindacati: "Boom di precari e mancato rinnovo del contratto"

La denuncia al convegno 'UilPoste in tour verso il futuro': "I giovani sono i primi a pagare"

Poste Emilia Romagna, i sindacati: "Boom di precari e mancato rinnovo del contratto"

Poste Emilia Romagna, i sindacati: "Boom di precari e mancato rinnovo del contratto"

Bologna, 24 maggio 2017 - Boom di precari e mancato rinnovo del contratto nazionale. A denunciare la condizione difficile in cui si lavora in Poste Italiane sono i giovani della UilPoste regionale ricordano come «nel settore del recapito e della logistica, si registra un consistente ricorso ai lavoratori a termine».

I numeri, snocciolati durante il convegno ‘UilPoste in tour verso il futuro’ in diretta streaming e sala piena, parlano chiaro. Nel 2015 in Emilia-Romagna, negli uffici postali, nella logistica e nel recapito, i lavoratori a tempo indeterminato erano circa 9.700; nel 2016, a seguito di esodi incentivati e pensionamenti, ne sono usciti circa 500 di cui almeno 300 solo sul recapito. E' personale che Poste, ricorda il segretario regionale, Graziella Gieri, «ha sostituito con una media mensile di circa 200 contratti a termine per i portalettere e 30 per chi opera nella logistica (Cmp)» e quest'anno l'azienda prevede di «ricorrere ogni mese a circa 250 contratti a termine tra i portalettere e 60 nei Cmp».

Il quadro preoccupa. «I giovani sono i primi a pagare il prezzo salato di una politica interna occupazionale sbagliata, che non li mette più nelle condizioni di poter costruire un solido futuro», osserva Gieri. Con gli accordi sindacali 2006/2009, «in passato siamo riusciti a stabilizzare il personale. A tutt’oggi, però una parte di questi non vede trasformato il proprio contratto di lavoro da part time a full time».

Dal canto suo, Silvia Cirillo che si segue il coordinamento nazionale giovani UilPoste, chiede: «E' giusto esodare il personale con molti anni di servizio alle spalle, ma perché Poste non pensa a stabilizzare almeno una quota di giovani precari I giovani sono facilmente ricattabili, spesso gli straordinari sono la norma e il carico di lavoro che gli viene richiesto maggiore rispetto al collega a tempo indeterminato che può se vuole far valere accordi e il contratto nazionale di lavoro senza incorrere nella paura di perdere un posto di lavoro»

Precariato, ma anche mancanza di una reale politica di mobilità in Poste. «Piu' che mobilità noi preferiamo parlare di immobilità», accusa Daniele Vigilante della segreteria regionale. Certo, osserva il segretario generale UilPoste. Claudio Solfaroli, «sono stati siglati accordi in merito, ma alla prova dei fatti non hanno trovato una loro completa applicazione». E poi c'è il tema del mancato rinnovo del contratto nazionale scaduto da dicembre 2012. Il che implica "una forte perdita del potere di acquisto dei lavoratori. La situazione ormai non è più sostenibile. E' tempo che Poste si sieda al tavolo con la parti sociali per definire e attuare una vera politica di stabilizzazioni, ma anche di formazione del suo personale che il valore aggiunto di questa azienda che, ricordo, fornisce un servizio di pubblica utilità». Cio' che sta accadendo nelle Poste, conclude il segretario regionale , Giuliano Zignani, «e' il combinato disposto tra legge Fornero e Jobs Act. Abbiamo sempre denunciato le conseguenze nefaste causate da una riforma del lavoro che è quanto mai urgente modificare».

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