Emergenza casa, è boom di sfratti. Merola chiede gli immobili vuoti

Il sindaco scrive ai proprietari: "Affidateci gli spazi inutilizzati"

Emergenza casa (Foto Schicchi)

Emergenza casa (Foto Schicchi)

Bologna, 3 settembre 2014 - Un documento di indirizzo politico per chiamare a raccolta tutta la città e affidare al Comune quegli immobili rimasti vuoti da troppo tempo. L’ha firmato ieri mattina il sindaco Virginio Merola, dopo settimane di discussione sul tema delle occupazioni abusive e degli sfratti. Proprio i dati raccolti sulle morosità hanno portato il Comune ad accelerare su questo tema. I casi di morosità per cui è stato richiesto lo sfratto sono in aumento: erano 350 nel 2011, 1.400 nel 2012, 1.700 nel 2013 e a metà luglio di quest’anno erano già 960, destinate quindi a superare la cifra dell’anno passato. I provvedimenti di sfratto convalidati hanno un andamento simile. Nel 2010 erano 850 circa, scendono a 640 nel 2011, poi l’impennata a 1100 nel 2012 e 1300 nel 2013. 

Il primo cittadino dovrebbe presentare in questi giorni il testo integrale della proposta (su cui ha lavorato soprattutto il responsabile di Gabinetto Giuliano Barigazzi) che, di fatto, ripercorre un po’ quanto anticipato dal Prefetto. Tutti gli enti pubblici che hanno edifici vuoti potranno (dovranno, sostengono alcuni) mettere a disposizione gli spazi inutilizzati per accogliere temporaneamente le famiglie rimaste senza casa. Si parla dei poverissimi, quelli che non riescono nemmeno a pagare un affitto Erp. 

E così, con un sistema di concessione onerosa temporanea che aggira la pratica dell’affitto classico, il Comune potrebbe gestire un nuovo patrimonio immobiliare pubblico/privato. Il trucco è che, non trattandosi di affitti, Palazzo D’Accursio potrà sgomberare i locali con un semplice atto amministrativo, evitando le lungaggini legali: una garanzia per il proprietario. La linea quindi rimane per la tutela della legalità, senza sconti verso le occupazioni.

A chi affida l’immobile al Comune dovrà poi essere data una contropartita economica (bassa ovviamente). Al termine della concessione, che dovrebbe essere di un anno, la casa o il palazzo dovranno essere riconsegnati liberi e intatti al proprietario. Il sindaco chiederà la collaborazione innanzitutto degli enti pubblici (Imps, Inail, Poste, Ferrovie), ma lo stesso atto sarà inviato in questi giorni anche a tutte le associazioni di proprietari e alle cooperative edilizie.

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