Giovedì 18 Aprile 2024

Ragazzino morto a scuola, le lacrime di nonno Ignazio: "Sono distrutto dal dolore"

La madre era in Sicilia dove aspettava il figlio 14enne per le feste natalizie (LE FOTO)

La scuola teatro della tragedia (Foto Radogna)

La scuola teatro della tragedia (Foto Radogna)

Castel Maggiore (Bologna), 17 dicembre 2014 - «Mio nipote era sano come un pesce e non riesco a capacitarmi per questa morte improvvisa e senza senso. E mi domando come mai nella scuola non ci fosse un defibrillatore che avrebbe potuto salvargli la vita». Il nonno Ignazio Benenati è in lacrime nell’appartamento di piazza Amendola, a pochi metri dal nuovo municipio di Castel Maggiore.

È disperato per avere perso suo nipote, Enrico Adamo. «Ero disoccupato da anni e senza soldi. Poi, finalmente, due giorni fa, avevo trovato lavoro come muratore. Sembrava fosse l’inizio di un periodo buono e invece, all’improvviso il mio Enrico se n’è andato».

Benenati aspetta di riabbracciare la figlia: «Tornerà stasera alle 22,30 e devo andare all’aeroporto a prenderla. Mia figlia vuole riportare suo figlio in Sicilia. Non vuole che resti qui a Castel Maggiore, perché la nostra famiglia è del Sud. Non so che cosa fare e come muovermi: sono distrutto dal dolore».

La nonna «non vuole rassegnarsi alla morte di Enrico e pensa che sia ancora nella sua cameretta. Voglio però ringraziare le persone che ci sono state vicine. In tanti sono venuti qui a casa nostra per dimostrare quanto volessero bene alla nostra famiglia e a nostro nipote».

Il nonno ricorda con affetto il suo Enrico: «Lo vedo ancora con lo zaino in spalla mentre va a scuola. Non aveva mai avuto problemi e io sapevo che si sarebbe sempre comportato bene. Era un ragazzo sano e straordinario. Aveva un grande cuore e ha sempre dimostrato rispetto e educazione verso tutti. Mi voleva bene come se fossi suo padre. Soprattutto dopo che era morto il suo genitore».

Benenati torna sull’assenza di defibrillatore: «Prima dobbiamo capire quali siano le cause della morte. Non voglio dare giudizi affrettati, ma mi sono informato e in quella scuola manca questo strumento fondamentale. È chiaro però che bisognerà aspettare l’autopsia per capire come mai il mio Enrico se n’è andato».