L’etica della caccia, la nutrizione e gli animali

Beppe Boni

Beppe Boni

Bologna, 8 agosto 2015 - Povera orsa Daniza, povero re leone, uccisi da uomini malvagi. Chi invece condanna al mattatoio gli animali senza artigli né zanne, non è un malvagio. Come si fa a uccidere agnelli, conigli, polli, anguille? Forse chi uccide un leone crede di vendicare le zebre, le antilopi e i propri simili sbranati dalle fiere. Curioso che l’uomo sia così ossequioso con i carnivori e così belva con gli erbivori.  Mauro La Badia, 

Bologna

risponde Beppe Boni, vicedirettore de il Resto del Carlino

Quando si parla di animali è necessario non fare di ogni erba un fascio. Gli uomini per nutrirsi hanno bisogno della carne come della frutta. La carne la si ricava dagli animali, non c’è altra via. Ma la caccia è un’altra cosa. La si può condividere oppure no, tutte le opinioni sono rispettabili. Ma l’attività venatoria, come la pesca, è anche una passione atavica che affonda nella storia dell’uomo. Nell’antichità era necessaria per nutrirsi, oggi no. La strada giusta è praticarla con rispetto per l’ambiente e gli animali. E forse esemplari come elefanti, leoni, rinoceronti, non riproducibili in allevamenti, andrebbero lasciati in pace. L’esibizione dei trofei dovrebbe essere un fatto privato per rispettare chi ha sensibilità diverse. Ma questo attiene alle scelte personali. Il dentista che ha ucciso il leone Cecil, infine, è un bracconiere, uno che ha agito fuori dalla legge. Quindi un idiota che ha danneggiato se stesso e i cacciatori.

beppe.boni@ilcarlino.net

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