Faac, 5 milioni alla Caritas per le vittime della crisi

L’ultimo dono di Caffarra. Marchi: "Un progetto per l’occupazione"

Bologna, il cardinale Caffarra (FotoSchicchi)

Bologna, il cardinale Caffarra (FotoSchicchi)

Bologna, 22 novembre 2015 - Un regalo che porta con sé una «pesante responsabilità». La Curia ha deciso di donare alla Caritas diocesana 5 milioni di euro provenienti dall’eredità Faac, la multinazionale del cancello automatico che il patron Michelangelo Manini lasciò a via Altabella dopo la sua morte. «Un atto di amore verso la città, per il quale abbiamo la più viva riconoscenza – il ringraziamento di Mario Marchi, direttore della Caritas –, ma che ci investe di un compito molto importante».

La somma, infatti, sarà impegnata in un progetto speciale da affiancare alle normali attività di assistenza. «Le nuove povertà e la pesante crisi economica di questi anni dipendono soprattutto dalla mancanza cronica di lavoro», sottolinea Marchi. E per questo, la Caritas lavorerà a percorsi di formazione e avviamento alla professione: «Siamo già in contatto con esperti del settore, sindacalisti e e professionisti. Abbiamo fretta di trovare una strada, ma abbiamo la consapevolezza che deve essere quella giusta, perché questa è un’opportunità da non sprecare».

Per capirlo basta dare un occhio ai numeri. In 8 anni, il Fondo di Solidarietà per le Famiglie attivato dal cardinale Caffarra nel 2008 ha raccolto 5,1 milioni di euro di offerte di privati, parrocchie e fondazioni cittadine. Oggi, la Caritas si trova a gestire in un colpo solo praticamente la medesima cifra: «Non è stato un regalo inaspettato, perché il cardinale ci aveva informato della sua intenzione circa a metà settembre – spiega ancora Marchi –: lo possiamo considerare l’ultimo atto, generosissimo, del suo mandato in via Altabella».

Caffarra, infatti, lascerà la dioscesi il 12 dicembre, quando si insedierà il nuovo arcivescovo Matteo Maria Zuppi. Ma c’è un altro aspetto che questo gesto mette in evidenza: negli scorsi mesi la Curia non aveva mai replicato agli attacchi, piovuti anche dal leader della Lega, Matteo Salvini, sulla gestione del patrimonio Faac (che ha un fatturato di 360 milioni) e preferendo lasciare la parola ai fatti. Che sono arrivati ieri.

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