Martedì 23 Aprile 2024

False revisioni alla Motorizzazione, indagati quattro funzionari

La Procura ha disposto perquisizioni e sequestri di mezzi pesanti

Bologna, la Motorizzazione Civile

Bologna, la Motorizzazione Civile

Bologna, 27 novembre 2014 - Quattro funzionari della Motorizzazione civile sono finiti nel mirino della magistratura. L’inchiesta della Procura, in cui sono coinvolti, riguarda un presunto giro di false revisioni di mezzi pesanti che attesterebbero, appunto, l’avvenuta revisione dei mezzi che in realtà non sarebbe mai stata fatta. L’ipotesi di reato per cui i quattro funzionari sono iscritti sul registro degli indagati è falso. Sono in corso accertamenti.

L’inchiesta è partita alcuni mesi fa. Di recente il pubblico ministero Rossella Poggioli, che coordina le indagini, ha disposto delle perquisizioni e il sequestro di alcuni mezzi pesanti, effettuato dai carabinieri. Stando all’ipotesi accusatoria, i mezzi non sarebbero in regola con le dovute revisioni. Se tale circostanza dovesse essere confermata i mezzi coinvolti, tra le altre cose, avrebbero circolato senza essere in regola e avere i requisiti necessari, rappresentando un serio pericolo per chi li guidava e per gli altri automobilisti.

Le indagini, ancora in corso, sono partite da alcuni accertamenti dei carabinieri. Nei giorni scorsi sono scattati sequestri e perquisizioni realizzati dai militari dell’Arma. Se il quadro tracciato fino a questo momento dovesse trovare conferma bisognerà anche capire per quanto tempo sarebbe andato avanti il sistema delle ‘false revisioni’ e quanti mezzi sarebbero coinvolti. 

Nel novembre del 2012, un’altra inchiesta della magistratura si abbattè sulla Motorizzazione civile. Quattro persone furono arrestate con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, falso ideologico in atto pubblico e sostituzione di persona. L’inchiesta venne ribattezzata Patentopoli. Furono coinvolte quattro persone accusate di aver messo in piedi un’organizzazione con cui distribuivano patenti facili, soprattutto a extracomunitari, in cambio di ‘mazzette’ che si aggiravano sui 2.500 euro.