Farete, l'industria italiana nella sua luce migliore

L'assemblea degli imprenditori bolognesi in Fiera

Alberto Vecchi

Alberto Vecchi

Bologna, 8 settembre 2014 - Dateci un po' di flessibilità e una vera riforma del lavoro e vi solleveremo il mondo. Alberto Vacchi, il presidente degli industriali bolognesi, l'ha detto con modi più garbati ma la sostanza è questa. Perché, a ben vedere, se le aziende bolognesi sopravvivono ed anzi prosperano nell'export nonostante la burocrazia dilagante, la giustizia lenta e un mercato del lavoro arretrato, vuol dire proprio che sono bravissime nel riadattarsi velocemente ai tempi. Nei 140 chilometri tra Imola e Reggio Emilia, ha spiegato Vacchi, si trova il secondo distretto manifatturiero d'Europa ed è "da questa assemblea che dobbiamo mandare alla politica un messaggio forte e chiaro".

Riforme, riforme, riforme e quella flessibilità <europea> che fu il governo italiano a concedere alla Germania in quel 2003 che vedeva i nostri cugini tedeschi in ben altra situazione. In prima fila ci sono, oltre al gotha industriale e finanziario bolognese, il presidente nazionale Squinzi e il presidente della potente Assolombarda, Gianfelice Rocca. Presenze di tutto rispetto e che indicano con quanto interesse si guardi all'Unindustria bolognese che, dopo aver assorbito la fusione di sette anni fa, sta lavorando per la "sua" riforma: quella che la vedrà unita alle analoghe associazioni di Modena e Reggio Emilia.

E perché no, anche Ferrara cui Vacchi ha lanciato un chiaro messaggio. Il presidente degli industriali lo ammette: speravamo di ritrovarci qui in ben altro scenario. Ma la consapevolezza di aver resistito alla terza recessione in cinque anni e di aver ottenuto un  "più che lusinghiero" aumento nell'export, dà ad Unindustria una forte coscienza del proprio ruolo, ormai di rango nazionale. A dar manforte è arrivato Gianluca Dettori, fondatore di Vitaminic e venture capitalist, finanziatore di start up. "Giriamo per tutte le università italiane e ovunque troviamo un capitale di conoscenze incredibili. La crisi spinge i giovani a osare di più, a creare e ad innovare. C'è un fermento incredibile. Si tratta di dare a questi giovani fiducia e opportunità". E quello che Dettori cerca di fare tutti i giorni.

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