Bigon, un tocco vincente: portò Higuain al Napoli e ora sogna un altro exploit

Riccardo Bigon, 45 anni, laureato in legge, lascia il verona con cui è finito in serie B (Alive)

Riccardo Bigon, 45 anni, laureato in legge, lascia il verona con cui è finito in serie B (Alive)

E’ CAMBIATA la squadra. Ma è cambiata pure l’uomo deputata ad assemblarla nell’ultima estate e nelle prossime sessioni di mercato. La prima rivoluzione, l’ennesima degli ultimi anni, è arrivata alla vigilia dell’estate, con l’arrivo di Riccardo Bigon, ex direttore sportivo di Napoli e Verona. Se il Bologna è chiamato a consolidarsi, Bigon intende riscattare l’ultima stagione che ha visto il Verona sì risistemare il bilancio, ma pure retrocedere in serie B. L’ex vicepresidente del Bologna Maurizio Setti gli aveva chiesto di rivoluzionare (37 operazioni in entrata e 41 in uscita) il Verona: è andata male, complice pure una serie di infortuni senza fine. A Napoli, invece, con alle spalle una società forte con la voglia di crescere per gradi e l’idea di ritoccare di anno in anno una macchina già avviata, ha contribuito a riportare i partenopei in Champions con l’aggiunta di due Coppe Italia e una SuperCoppa. Ha pure portato grandi nomi e talenti in rampa di lancio: Cavani, Inler, Reina, Albiol, Callejon, Higuain, Mertens Ghoulam, Jorginho, Koulibaly, e Gabbiadini solo per citarne alcuni. SUL SUO CONTO pure affari meno riusciti e meteore: Donadel, Santana, Uvini, Datolo, Ruiz, Britos, Fideleff, Chavez, Radosevic, Vargas, Michu e Reveillere. E pure plus valenze remunerative: Lavezzi e Cavani venduti al Psg per 30 e 64 milioni di euro. Questo il curriculum di dirigente calcistico di Bigon, che l’avventura l’ha iniziata a Reggio Calabria (dove lavorò con Gotti, vice di Donadoni, all’epoca allenatore della Primavera reggina), tra il 2004 e il 2009, dopo gli studi in legge portati avanti parallelamente a una carriera che l’ha visto calcare i campi delle categorie dilettanti e serie C. «E’ un onore essere a Bologna ed essere stato preso in considerazione al pari di Walter Sabatini», ha detto nel giorno della sua presentazione. Già perché Bigon è arrivato al posto Pantaleo Corvino, chiudendo una ferita apertasi a dicembre, quando iniziarono a circolare le prime indiscrezioni sull’aria di rottura tra l’allora direttore sportivo e il resto della dirigenza: il tutto coincidente con il cambio di procura di Diawara e dopo un mercato estivo da 45 milioni di euro, fuori dal budget previsto. Non era Bigon la primissima scelta, ma Sabatini, bloccato poi dalla dirigenza della Roma. POI I CONTATTI con Ausilio dell’Inter, Osti della Sampdoria. Alla fine l’ha spuntata Bigon, che incarna «Valori di condivisione» richiesti dalla proprietà, da Donadoni, Fenucci e di Vaio. E’ arrivato liberato da Filippo Fusco, l’uomo che ne ha preso il posto in riva all’Adige: l’uomo da cui il valzer dei diesse iniziò nel 2014 dopo la retrocessione. FU FUSCO, a progettare inizialmente la risalita dalla B del Bologna nel 2014, sostituito da Corvino a gennaio, dopo l’ingresso di Saputo. Un anno dopo, le frizioni e un anno e mezzo dopo l’addio di Corvino. Tocca a Bigon proseguire l’opera di consolidamento rossoblù.

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