Bologna calcio, addio al centro tecnico di Granarolo

La società rossoblù e il Comune hanno fatto decadere l’accordo bonario per realizzare l’impianto a Quarto Inferiore

Daniela Lo Conte, sindaco di Granarolo

Daniela Lo Conte, sindaco di Granarolo

Granarolo (Bologna), 10 agosto 2017 - Addio al centro tecnico del Bologna, a Quarto Inferiore di Granarolo. La società di calcio e il Comune hanno deciso di far decadere in modo bonario l’accordo che quattro anni fa aveva fatto sognare i tifosi della Bassa. Ora si tratta soltanto di definire una cifra ( che da voci non ufficiali potrebbe aggirarsi tra i 100 e i 200mila euro) che permetterà alla dirigenza rossoblù di svincolarsi ‘risarcendo’ l’amministrazione comunale per l’accordo non rispettato. Il Comune, infatti, aveva dato l’ok al progetto in cambio di alcune contropartite: la proprietà di tre campi da calcio all’interno del centro tecnico e la costruzione di una rotonda all’intersezione tra la Lungosavena e via Prati. Non solo: il vecchio stadio comunale di Granarolo, secondo l’accordo, sarebbe dovuto diventare una grande parco dal momento che il Comune avrebbe avuto in cambio i tre campi sportivi.

Il sindaco Daniela Lo Conte, che ha ‘ereditato’ il centro tecnico della precedente giunta, conferma la decadenza: «Era un bel progetto, ma di mezzo ci sono stati cambiamenti societari e una retrocessione in serie B. Noi eravamo pronti, ma gli obiettivi del Bologna Calcio erano cambiati. Nei prossimi giorni ci accorderemo sulla ‘buonuscita’ che il Comune dovrà ottenere per l’accordo non rispettato. Il progetto aveva una validità peccato non sia andato in porto». Il centro tecnico era un progetto ambizioso: si parlava all’epoca della presentazione di oltre 22 ettari con la sede della società, tredici campi da calcio, palestra e centro medico. L’iter autorizzativo fu costellato di ostacoli.

A cominciare dal ricorso al Tar della lista civica Impegno per Granarolo e del comitato per l’alternativa al Passante Nord che avevano contestato la mancanza dell’interesse pubblico nell’accordo tra Comune e società di calcio e il fatto che alcuni dei futuri campi da calcio si sarebbero trovati sotto un traliccio dell’alta tensione.

Il ricorso fu bocciato, ma con una postilla da parte del tribunale amministrativo che sottolineava la mancanza di garanzie relative alle ripercussioni sulla salute dovute alla presenza dei tralicci. Carlo Trenti della lista Impegno per Granarolo è sempre stato contrario al progetto: «Non c’era un ‘interesse pubblico’. I campi da calcio che sarebbero andati al Comune erano sotto un traliccio. E poi nel vecchio stadio mi risulta che non fosse previsto soltanto un parco ma anche delle villette. Insomma non c’era nessuna convenienza per i cittadini. Siamo contenti che sia decaduto, ma il Comune non ha nessun merito».

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