Bologna, Saputo non esclude l’ipotesi di un nuovo stadio

La ristrutturazione del Dall’Ara va a rilento. Il presidente rossoblù: "La crescita del club? O con la ristrutturazione dell’impianto o con una nuova struttura"

L’ad del Bologna, Claudio Fenucci, con il presidente Joey Saputo (FotoSchicchi)

L’ad del Bologna, Claudio Fenucci, con il presidente Joey Saputo (FotoSchicchi)

Bologna, 6 dicembre 2017 - E così tra la sagoma ‘blu royal’ della nuova terza maglia (FOTO), i vaticini di Luca Carboni e Marco Di Vaio sul fascino magico della divisa e l’ombra del Milan che domenica al Meazza il Bologna sfiderà da pari a pari, per la prima volta nelle parole di Joey Saputo fa capolino l’ipotesi di uno stadio nuovo. Stadio nuovo e non nuovo Dall’Ara: la differenza, come si può capire, è (sarebbe) decisiva. Prima di interpretare le parole spese ieri in Galleria Cavour dal chairman canadese, però, è bene ascoltarle integralmente.

La prima domanda che gli fanno i giornalisti è: continua ad essere positiva la sua sensazione sul restyling del Dall’Ara? Testuale: «Assolutamente sì. Il nostro obiettivo rimane quello di rendere il Dall’Ara migliore di come è adesso: nulla è cambiato e spero che ci saranno presto delle notizie positive». Ma i giornalisti incalzano e tornano alla carica: sarà quella la svolta per la crescita del Bologna? Di nuovo Saputo. E qui è sta la novità: «La crescita del Bologna ci sarà col Dall’Ara o il nuovo stadio, ma dobbiamo anche aumentare i ricavi del club, sia coi diritti televisivi che con la vendita dei biglietti e il merchandising».

Nulla di nuovo sotto il sole, si affrettano a precisare, in via informale, i dirigenti rossoblù: la ristrutturazione del Dall’Ara era e resta la prima soluzione in campo, quella su cui il club rossoblù e Palazzo d’Accursio stanno lavorando di comune accordo fin dall’inizio, con annesso progetto di riqualificazione di parte del Cierrebi e soprattutto dell’estesa area dei Prati di Caprara.

Nessuno a Casteldebole ha mai negato che di fronte a ostacoli insormontabili (ad oggi la sostenibilità finanziaria del progetto) non debba essere presa in considerazione la soluzione B, ovvero la costruzione di uno stadio ex novo in un’area da individuare. Fino a ieri, però, Saputo non ne aveva mai accennato esplicitamente: lapsus freudiano, il suo, o effetti di un italiano ancora un po’ zoppicante? Se il dubbio resta, resta anche la certezza che il progetto di restyling del Dall’Ara negli ultimi mesi si sia impantanato.

Ieri il club ha fatto circolare un impegno di spesa complessivo di circa 200 milioni (70 per rifare il Dall’Ara e il resto per riqualificare le cosiddette aree compensative) che forse spiega da sè il ritardo sui tempi sottolineato di recente, seppur assai diplomaticamente, dallo stesso assessore allo sport Matteo Lepore. «Non è un’operazione facile o dai tempi brevi convincere degli investitori a mettere insieme certe cifre», chiosava ieri l’ad rossoblù Fenucci. Parole che forse davvero aprono a nuovi scenari.

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