Bologna, Saputo: "Tempo e investimenti per tornare in Europa"

Il magnate a tutto campo: Donadoni, le prospettive future, lo stadio. Ecco cosa ha detto in tv. Domenica è atteso al Luigi Ferraris per il match col Genoa

Bologna, Joey Saputo (foto LaPresse)

Bologna, Joey Saputo (foto LaPresse)

Bologna, 25 febbraio 2016 - Il Bologna ha un futuro, e non saranno quattro sconfitte a far cambiare idea al patron Joey Saputo. Nemmeno sui tempi della programmazione: nella lunga intervista rilasciata a Sky, il magnate canadese che in questi giorni è a Bologna e domani assisterà alla partita sul campo del Genoa, ha scelto la linea della tranquillità. Si va avanti sulla strada tracciata, e con Donadoni in panchina: «Il mio rapporto con lui è ottimo, quando arrivò era a conoscenza dei nostri programmi, e io sono felice di avere a Bologna un allenatore come lui. Non sono un proprietario che entra nelle sfere di competenza dei suoi. Non abbiamo mai cambiato il nostro progetto – ha detto il chairman rossoblù – e i nostri obiettivi di inizio anno: salvezza, punteggio finale migliore dello scorso campionato, crescita dei giovani. Abbiamo tutte le possibilità di raggiungere questi obiettivi».

Il sogno si chiama Europa: «Il Bologna ha un grande passato fatto di tanta gloria, è ovvio che io intenda riportare la squadra ad un certo livello. Dobbiamo diventare un club rispettato da tutti, dentro e fuori dal campo. Il nostro obiettivo sarà tornare in Europa, ma serviranno tempo e tanti investimenti».

Infine lo stadio: «Ragionando da tifoso, capisco bene che avendo la disponibilità economica si vorrebbero subito i grandi giocatori: ma noi non possiamo agire emotivamente, le scelte saranno sempre basate sugli obiettivi. E’ proprio perché in futuro vogliamo portare a Bologna grandi giocatori che stiamo patrimonializzando la società: le spese sugli impianti vanno in questo senso. Sapevo in che condizioni era il calcio italiano. Tornerà al top, a patto che si lavori insieme e che i nuovi proprietari e le loro nuove visioni imprenditoriali siano accettati come un arricchimento. I club dovrebbero essere meno individualisti e lavorare assieme. E crescere sugli stadi, intendo anche l’esperienza allo stadio, il match day», ha concluso Saputo.

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