"Eterologa, quattro gravidanze al Sant’Orsola"

La responsabile del centro di procreazione assisitita, Eleonora Porcu: "Una è gemellare, frutto di ovociti congelati. Nel nostro centro sei donatori"

Eleonora Porcu, responsabile del centro di procreazione medicalmente assistita del Sant’Orsola

Eleonora Porcu, responsabile del centro di procreazione medicalmente assistita del Sant’Orsola

Bologna, 25 novembre 2015 - Una vita in laboratorio tra provette, microscopi, contenitori di azoto liquido e donne con il desiderio di avere un figlio. E ora quattro gravidanze speciali da seguire, frutto di fecondazione eterologa. Nel curriculum della professoressa Eleonora Porcu, responsabile del Centro di procreazione medicalmente assistita del policlinico Sant’Orsola-Malpighi, venti anni di successi che l’hanno portata alla nomina, da parte del ministro Beatrice Lorenzin, di vicepresidente del Consiglio superiore di sanità nel 2014.

Professoressa Porcu, chi sono le quattro future mamme?

«La prima è la donna incinta da agosto, gravidanza di cui avevamo parlato, la seconda è un caso davvero particolare perché la signora era stata sottoposta a un trattamento in luglio, ma non era andato a buon fine. Però aveva prodotto molti ovociti che avevamo congelato. Così a ottobre, quando ci ha chiesto di riprovare, non è stato necessario un secondo ciclo di stimolazione perché abbiamo scongelato gli ovuli, li abbiamo fecondati con il seme di un donatore e ora aspetta due gemelli. Poi abbiamo una terza e una quarta gravidanza, entrambe di poche settimane, ottenute ancora con spermatozoi di donatori».

Che età hanno?

«La loro età media è di 35 anni».

Su quanti donatori può contare il centro che lei dirige?

«Attualmente i donatori sono sei, tre uomini e tre donne che, nel pieno rispetto della Corte costituzionale, si sono presentati spontaneamente per offrire gratuitamente i loro spermatozoi e ovociti».

I tre uomini hanno già donato i loro gameti maschili?

«Sì, abbiamo utilizzato le loro cellule per inseminare gli ovociti delle pazienti delle quali quattro sono rimaste incinte. Inoltre, c’è un quarto uomo che si sta sottoponendo a tutti i test infettivologici e genetici così come prevede la delibera regionale».

Chi sono le tre donatrici?

«Una ragazza di 33 anni, una persona eccezionale, che si è sottoposta al trattamento. Abbiamo congelato i suoi ovociti e presto li assegneremo alle donne che sia affidano alla scienza per avere un bimbo. Le altre e due sono mamme di cui conservavamo gli ovociti. Avendo già avuto dei figli, hanno accettato la nostro proposta di donare le loro cellule».

Quante sono le coppie in lista d’attesa?

«Ora 218. Per due terzi sono richieste di ovuli, per un terzo di spermatozoi. Il 43% delle coppie è dell’Emilia Romagna, il 57% arriva da fuori Regione».

Oltre agli ovociti conservate anche embrioni congelati?

«Sì, 900 circa. Sono lì da molti anni: c’è il divieto di soppressione. Tuttavia, diverse coppie hanno comunque espresso la volontà di un futuro impianto».

Tra questi embrioni ci sono anche quelli della vedova ferrarese di 50 anni che si era rivolta ai giudici per poter procedere all’impianto?

«Sì. Il tribunale le ha dato ragione: ora sta a lei decidere».

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