Il pantano dei flussi migratori

Risponde il vicedirettore de il Resto del Carlino, Beppe Boni

Beppe Boni

Beppe Boni

Bologna, 29 novembre 2015 - NON mi spiego perché noi italiani si debba essere sempre ‘tracciabili’ (codice fiscale, pin, carta d’identità, impronte digitali per il passaporto….) a differenza di molti immigrati che invece non esibiscono niente, hanno identità sconosciute e celano il Paese di provenienza. E chi si preoccupa a obbligarli a dotarsi di un documento di riconoscimento?  Maria Grazia S. Lazzaro di Savena (Bologna)

Risponde il vicedirettore de il Resto del Carlino, Beppe Boni

I CITTADINI italiani rispettano le regole che la comunità si è data. Si può discutere sul fatto che la tracciabilità sia molto severa, ma si tratta di un dato acquisito ormai in tutto il mondo e che oggi garantisce un certo tasso di sicurezza. Il problema è che l’enorme flusso di immigrati, scarsamente governato, mal gestito e con una strategia nazionale di accoglienza ancora incerta, crea disagio sociale. E’ dalla quantità che nasce il problema. In primavera col bel tempo riprenderanno gli sbarchi e arriveranno altre migliaia di migranti. E intanto sulla rotta dell’Est si alzano nuove barriere, ultima quella della Macedonia. In Italia le procedure per le identificazioni e per ottenere lo status di rifugiati sono lunghe e farraginose e intanto molti degli arrivati se la danno a gambe per non farsi identificare. Finchè i flussi non saranno arginati saremo sempre più nel pantano.

beppe.boni@ilcarlino.net

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