Frascaroli: “No agli sgomberi o sarà dramma”

Il monito dell’assessore al Welfare: "Tra chi ha delle proprietà che potrebbe mettere a disposizione, soprattutto pubbliche, per il momento nessuno ha alzato la mano". "Discriminatorio" il requisito dei tre anni di residenza necessari per un alloggio Erp

Amelia Frascaroli (Schicchi)

Amelia Frascaroli (Schicchi)

Bologna, 21 maggio 2015 - Uno sgombero degli stabili occupati in via Fioravanti e in via de Maria? Aprirebbe una situazione di “grande dramma” in città. Amelia Frascaroli, assessore al Welfare del Comune di Bologna, tenta così di sottolineare le conseguenze che avrebbe un intervento di questo tipo dopo che, negli ultimi giorni, la Digos si è presentata di fronte ad entrambe le occupazioni per notificare i provvedimenti di sequestro.

“Nel momento in cui la magistratura facesse partire effettivamente uno sgombero reale- spiega intanto Frascaroli, intervistata da Radio città Fujiko- il Comune è tenuto ad intervenire perchè la Procura dei minori ci chiede di mettere in protezione quei nuclei familiari in cui sono presenti minori, almeno quelli”.

Detto questo, “penso che non siamo ancora a questo punto e che ci siano dei margini per capire, con un momento ancora di calma- continua l’assessore- dove le persone potrebbero trovare un’ulteriore sistemazione”, con un “lavoro di accompagnamento” finalizzato a questo obiettivo: non a caso, gli assistenti sociali del Comune sono già in campo per “capire la situazione di ogni famiglia”. Per via de Maria e via Fioravanti c’è la possibilità di trovare una soluzione prima che arrivino gli sgomberi? “Penso e spero di sì, noi- risponde Frascaroli- ce la stiamo mettendo tutta”: questo in un contesto in cui ci sono “sempre piu’ persone e famiglie intere senza casa”, dunque serve anche “un po’ di fantasia” per trovare soluzioni “anche di emergenza”, ma che poi “dall’emergenza siano capaci di costruire dei progetti sull’abitare diversi da quelli che abbiamo praticato fino ad adesso”.

Se invece si dovesse arrivare agli sgomberi, un possibile percorso di protezione “un po’ pensato” lascerebbe il posto al “grande dramma- avverte l’assessore- di dover ricoverare senza progetto delle persone di qua e di là”. Questo tenendo conto di “una cosa molto grave e cioè che la presenza del numero di profughi continuamente in arrivo- sottolinea l’assessore- rende piene tutte le strutture possibili. Quindi è molto difficile, se non quasi impossibile, trovare delle strutture in emergenza”.

Proseguono poi gli sforzi di Palazzo D’Accursio per rendere operativo il protocollo sull’uso temporaneo degli edifici, pubblici e privati, inutilizzati. Ma è durissima. “Stiamo facendo i salti mortali per renderlo applicabile e praticabile”, assicura Frascaroli parlando a Radio Fujiko: “è un terreno difficile e molto delicato, ma lo stiamo costruendo giorno per giorno” e “nel momento in cui riuscissimo a rendere materiale almeno uno di questi accordi, la strada per farne altri sarebbe più facile”.

Finora, però, le cose non stanno andando granchè bene. Il protocollo è stato “recepito nel nulla”, allarga le braccia Frascaroli: tra “chi ha delle proprietà che potrebbe mettere a disposizione, soprattutto pubbliche, per il momento nessuno ha alzato la mano”. Eppure, quando fu presentato il progetto anche il prefetto, Ennio Mario Sodano, alle realtà coinvolte “ha spiegato- continua Frascaroli- che dal punto di vista etico, in questo momento, avere proprietà tenute vuote non è una bella cosa”, soprattutto se si parla di “proprietà pubbliche, che sono beni comuni e di tutti”. Peraltro, chi ha uno stabile vuoto dovrebbe essere interessato al protocollo perchè questo offre diversi vantaggi, sottolinea Frascaroli, sia in termini di “garanzie” di fronte al rischio di un’occupazione che di possibili interventi di manutenzione: però, finora, “nessuno l’ha capito”.

Tra le proprietà che invece si sono trovate con un’occupazione già avviate, fa notare l’assessore, è piu’ facile che si dica “va bene, allora voglio trattare”. Un esempio di confronto in corso, ormai da tempo, è quello su via de Maria. Una trattativa “c’è” tuttora, riferisce Frascaroli: “Siamo un po’ alle strette, abbiamo dovuto rivedere con un cammino anche difficile e lungo le modalità di un accordo, perchè era una novità assoluta anche dal punto di vista amministrativo, giuridico e burocratico”. A questo punto “dovremmo essere quasi ad una revisione finale” dell’accordo e dunque nelle condizioni di “poterlo raggiungere”, assicura l’assessore. Il tutto indipendentemente dalla vicenda dell’acqua, “che andava risolta di per sè e non avrebbe neanche dovuto cominciare”, manda a dire Frascaroli, ribadendo le proprie critiche all’articolo 5 del Piano casa. L’assessore, nonostante l’arrivo ieri della Polizia, è fiduciosa: la trattativa “dovrebbe stringersi nel giro di pochi giorni”.

Il requisito dei tre anni di residenza necessari per accedere ad un alloggio Erp, contenuto con un emendamento del Pd accolto dalla Giunta della Regione Emilia-Romagna, presente un “forte dato discriminatorio”. Così  Frascaroli, sempre ai microfoni di Radio città Fujiko. Il provvedimento “non è ancora stato approvato definitivamente” e quindi “spero che ci sia ancora spazio per discuterne”, afferma Frascaroli. Il tema in realtà è di competenza dell’assessore comunale alle Politiche abitative, Riccardo Malagoli, ma “con lui- spiega Frascaroli- abbiamo condiviso una forte preccupazione su questo emendamento, perchè ha delle ricadute non solo sulle politiche abitative”, visto che queste “non si possono sganciare dalle politiche sociali”. Frascaroli teme "ricadute molto forti”, con il rischio di “tagliare fuori” dall’Erp molte persone e famiglie: questo perchè il provvedimento risente di una “incapacità di riconoscere, quantomeno, il fenomeno della mobilità che c’è sul nostro territorio e che riguarda tutti: immigrati, italiani, cittadini di altre regioni, giovani che si spostano per lavoro”. Il criterio dei tre anni di residenza, inoltre, presenta un “forte dato discriminatorio, molto grosso. C’è l’osservatorio nazionale antidiscriminazioni che ha già sottolineato questo aspetto e bisogna prendere in considerazione questa cosa- conclude Frascaroli- perchè è una discriminazione neanche tanto mascherata”.

Fonte Dire

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