La rotonda della discordia fa litigare Furla e il Comune

San Lazzaro, l'azienda di moda minaccia l’addio: "Ce ne andiamo a Milano"

Isabella Conti, sindaco di San Lazzaro

Isabella Conti, sindaco di San Lazzaro

San Lazzaro di Savena (Bologna), 13 febbraio 2016 - Furla è un’azienda di moda nata nel 1927, che ha fatto di villa Bellaria, a San Lazzaro, il suo quartier generale. Oggi rischia di lasciare la città per trasferirsi a Milano: tutto per colpa di una rotonda. Ad annunciarlo è Marco Furlanetto, figlio di uno dei fondatori e azionista, dopo aver ricevuto dal Comune la comunicazione dell’esproprio di una parte del parco di villa Bellaria per la realizzazione di una rotatoria pubblica. Una decisione non condivisa dai vertici dell’azienda, tanto che l’argomento sarà discusso nel prossimo consiglio di amministrazione, in programma a fine febbraio.

"Negli anni Novanta, Furla decise di scommettere sul territorio di San Lazzaro – spiega Marco Furlanetto – assumendosi dei rischi ed esponendosi a importanti investimenti. Scelse una struttura d’importante valore storico dell’Ottocento, lasciata all’incuria del tempo, riportandola all’antico splendore per farne la propria sede. La storia della rotonda va avanti da oltre 15 anni e oggi scopriamo quell’opera urbanistica sarà realizzata. Il prezzo, però, sarà l’esproprio di 300 metri di parco verde privato. Non ne comprendo il motivo. Più avanti c’è un campo incolto, di proprietà del Comune di Bologna, e potrebbe essere utilizzato visto che si parla della realizzazione di una rotonda pubblica".

Entrando nel merito della vicenda, l’azionista incalza: "La nostra è una sede di pregio. Villa Bellaria ha contribuito a realizzare l’immagine del nostro marchio a tal punto che è presente su tutti i documenti aziendali che girano per il mondo. Realizzare una rotonda in quel punto – commenta – significa deturpare del verde, erodere una parte del parco della Resistenza che è un vero polmone per la città. Ho sempre apprezzato il sindaco di San Lazzaro, Isabella Conti, per la sua attenzione alla tutela del verde e i suoi recenti schieramenti contro nuove urbanizzazioni. Ma allora perché, in questa situazione, non è riuscita a fermare la realizzazione di una rotonda, che sarebbe la 23esima della città?".

L’imprenditore, infatti, ne fa una questione ambientale: "Una rotatoria nel mezzo del nostro parco significherebbe più smog e più inquinamento acustico, oltre a un danno d’immagine dell’azienda importante. Nel 2014 la Soprintendenza aveva tutelato villa e giardino, ma oggi ha dato parere favorevole all’esproprio solo perché il progetto urbanistico è antecedente alla tutela rilasciata". E si chiede?: "Se quell’opera è necessaria perché non traslarla più avanti, così da non eliminare altro verde? Personalmente credo che un’azienda abbia il dovere morale di condividere le proprie fatiche e disagi con gli elettori e il territorio. Furla è ambasciatrice del made in Italy nel mondo, eccellenza nei beni del lusso, ma a questo punto – conclude – porterò nel prossimo cda la proposta di trasferire la sede negli uffici di Milano, in Galleria Vittorio Emanuele, con l’auspicio di trovare un’amministrazione più attenta e sensibile alle esigenze aziendali. Quando in un posto non si è benvenuti, si può educatamente togliere il disturbo".

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