Bologna, 3 marzo 2015 - Il 21 febbraio ci ha lasciato Gabriele Boschetti: era l’ultimo consigliere comunale vivente fra quelli nominati il 19 dicembre 1945 nel primo Consiglio Comunale di Bologna.
Come è noto, il 21 aprile 1945, giorno della liberazione, il generale americano Edgar Erskine Hume nominò sindaco Giuseppe Dozza il quale costituì la Giunta. In seguito fu nominato il Consiglio Comunale con persone scelte dal Comitato regionale di liberazione nazionale Emilia Romagna (10 membri per ogni partito componente il Comitato) e sei membri scelti dall’Anpi, fra i quali Gabriele Boschetti.
Fu – se non il più giovane – certamente uno dei più giovani con i suoi 23 anni. Nato il 7 agosto 1922 a San Benedetto Po (Mantova) si trasferì a Bologna dove frequentò l’università. Militante socialista fu eletto Segretario dei giovani Socialisti e scrisse sul periodico clandestino ‘Rivoluzione Socialista’.
Di orientamento riformista e autonomista partecipò alla Resistenza e, a metà del 1944, entrò nella Brigata Matteotti Città. Arrestato il 6 luglio, fu rilasciato e nuovamente arrestato il 5 gennaio 1945 con le accuse di spionaggio, organizzazione di bande armate e propaganda sovversiva. La detenzione, con lo spettro della fucilazione o della deportazione, si protrasse fino al 19 aprile quando poté riabbracciare il fratello Luigi (anch’egli partigiano) e i familiari.
Dopo l’esperienza in Consiglio Comunale, Boschetti fu eletto segretario provinciale dei Giovani socialisti (Fgs.) schierandosi con la corrente di ‘Critica sociale’ che si ispirava a Filippo Turati e Giuseppe Saragat. Tuttavia, dopo qualche anno, si allontanò dai partiti. Ebbe simpatia nei confronti di Agostino Bignardi, leader bolognese del partito Liberale. Si dedicò a varie attività coltivando, fra l’altro, la sua passione per la goliardia sulle cui vicende curò un libro rimasto fra i più importanti sull’argomento.
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