Quando l’uomo agevola i disastri naturali

Beppe Boni

Beppe Boni

Bologna, 27 agosto 2014 - Vorrei che qualcuno mi spiegasse perché non si possono togliere dall’alveo dei nostri fiumi né rami, né alberi, né ghiaia. Secondo me il corso dell’acqua deve essere libero da qualsiasi intoppo, se vogliamo che vada direttamente in mare. Solo se cerchiamo di interrompere il suo cammino il lavoro delle nutrie può essere dannoso. 

Luigi Ferrari, Modena

Risponde Beppe Boni, vice direttore il Resto del Carlino

I fiumi e corsi d’acqua in genere vanno tenuti puliti e ciò non sempre avviene. I materiali ingombranti possono e devono essere tolti. Diverso è il discorso della ghiaia. I fiumi in passato hanno subito escavazioni selvagge che hanno danneggiato le sponde e l’alveo. Oggi l’estrazione della ghiaia è possibile, ma è rigidamente regolata. Ed è giusto. Ciò che spesso non si verifica in modo corretto è la manutenzione degli argini e del terreno circostante. La recente alluvione di Modena ha dimostrato, fra polemiche e accuse, che la mancata prevenzione (nutrie comprese) può aggravare gli eventi naturali. In aggiunta ci sono poi la sovrapposizione e l’intreccio di competenze di enti che si occupano di opere idriche. Risultato: scarsi risultati e guai a ripetizione. I disastri, a volte, hanno un papà e una mamma. 

beppe.boni@ilcarlino.net

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