Guerre di religione ovvero della Grande Sciocchezza

Massimo Gagliardi

Massimo Gagliardi

Bologna, 22 agosto 2014 - Forse le guerre di religione sono travestimenti di altri obiettivi: il petrolio, i diamanti, l’oro del nemico ‘infedele’. Che può interessare ad un popolo, religioso fino al fanatismo, della salvezza delle anime altrui? Se lo tengano tutto il loro paradiso. E se io volessi andare all’inferno, che importerebbe ad un bigotto di un’altra religione?

Claudio Zamaroli

Risponde il vicedirettore de il Resto del Carlino Massimo Gagliardi

Toglierei il «forse». Le guerre di religione sono travestimenti di altri interessi, il più delle volte economici e politici. Quanto sta accadendo in Iraq ha un doppio registro. I fondamentalisti dell’Isis decapitano il giornalista americano perché gli infedeli osano ostacolare il cammino degli jihadisti che uccidono cristiani e yazidi. Perché questo nuovo Jihad (guerra santa)? Solo perché in quell’area è in atto uno scontro tra sunniti e sciiti? È un travestimento anche questo. In realtà lo scontro è tra l’Iran, che vuole estendere la sua influenza fino a Israele, e gli Stati del Golfo. Ma la domanda è un’altra: perché l’appello religioso funziona sempre? Perché incide nel profondo delle coscienze che, quando sono rozze, si lasciano ingannare. 

massimo.gagliardi@ilcarlino.net

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