Help center, aperto da due mesi e inaugurato oggi

Trecentocinquanta senza fissa domora hanno già bussato alla porta del nuovo spazio aperto in stazione centrale

L’inaugurazione dell’Help center

L’inaugurazione dell’Help center

Bologna, 26 febbraio 2015 - Ben 848 accessi effettuati da 359 persone solo nei primi due mesi di attività, una media di 14 al giorno; 22 ore di sportello settimanale. Sono i primi numeri del nuovo Help center aperto alla Stazione centrale ferroviaria di Bologna. Uno spazio di 33 metri quadrati messo a disposizione da Rfi, Rete ferroviaria italiana, nel piazzale est della stazione: un servizio di prossimità dedicato alle persone senza fissa dimora che passano da lì, senza vincoli di residenza e non necessariamente stanziali sul territorio. Lo sportello, aperto su mandato di Comune, Fs e Asp, è gestito dalla cooperativa sociale La Strada di Piazza Grande.

L’ufficio è stato aperto il 15 dicembre 2014; oggi, l’inaugurazione ufficiale. “In linea generale, la persona che si rivolge all’Help center è un uomo tra di 30 e i 40 anni, prevalentemente di origine straniere - spiega Ilaria Avoni, 29 anni, una dei tre operatori chiamati a gestire lo spazio - ma sono diversissimi i profili che incontriamo, e per ognuno cerchiamo un percorso preciso”. Su 359 persone, 51 sono donne (14%), 307 sono uomini (86%), e un’unica persona si è dichiarata transgender (da maschio a femmina). “Nella maggior parte dei casi è stata data la possibilità di accedere a un posto letto in Piano freddo in strutture con accoglienza allargata - continua Ilaria, con alle spalle un tirocinio presso i servizi bassa soglia e tanto volontariato in carcere - in qualche situazione è stato previsto un percorso mirato, considerate le fragilità legate a questioni sanitarie o anagrafiche”.

Sul totale, otto persone hanno più di 65 anni. Sono state intercettate otto persone con un’invalidità certificata. Fra tutte le persone ascoltate, 108 hanno segnalato una problematica sanitaria che va dall’ipertensione alla cardiopatia, dal mal di denti al diabete. Delle 359 persone totali passate dall’ Help center, 196 sono stranieri non comunitari (55%) e di questi 109 hanno un regolare permesso di soggiorno, mentre 35 sono sicuramente senza documenti. Di 52 persone non è stato possibile verificare la regolarità. I Paesi di origine in prevalenza sono: Italia, Marocco, Romania, Tunisia e Pakistan. Lo sportello, insomma, si rivolge ad adulti in condizioni di grave emarginazione sociale, senza un’abitazione stabile, con difficoltà economiche, sanitarie o relazionali: “Chiediamo che le persone si rivolgano a noi direttamente, senza filtri: devono solo aspettare il proprio turno. Non sono richiesti né documenti, né invii da parte di altri servizi sociali”, dice Francesca Spinato, 25 anni, educatrice esperta nell’approccio di persone che vivono in strada - loro vengono da noi, non andiamo a cercarli. E poi inizia il passaparola. Funzioniamo grazie alla grande collaborazione con tutte le strutture del territorio”.

L’obiettivo è quello di costruire un progetto temporaneo, che permetterà all’ Help center e alla persone di decidere insieme il da farsi. La risposta non sarà standard: molti partiranno per andare altrove, magari in cerca di lavoro, per tornare dalle proprie famiglie o nel Paese d’origine; coloro che sceglieranno di rimanere sul territorio saranno aiutati a farlo nel migliore dei modi, con un accompagnamento iniziale. “Le stazioni sono il biglietto da visita delle città - spiega Rfi -. Ma da sempre sono anche luoghi con accentuati aspetti di marginalita’, dato che ha incrementato nell’opinione pubblica l’idea di pericolo e degrado”. Bologna è la quinta stazione per grandezza e traffico ferroviario in Italia: si stima un passaggio di 160mila persone al giorno. Per questo, l’Help center intende anche studiare l’area attraverso alcuni passaggi: conoscendo i commercianti e i lavoratori presenti in stazione, cercando di capire le criticita’ che incontrano rispetto al tema homelessness; monitorando le zone pubbliche più frequentate (come la sala d’aspetto); in collaborazione con Città invisibili, servizio del Comune, monitorando la presenza di rom, sinti e camminanti per ridurre la conflittualità potenzialmente percepita. 

“Nutriamo un sacco di aspettative - ammette Luca Decembrotto, il terzo operatore che lavorerà allo sportello - contiamo sul nostro grande entusiasmo: in fondo siamo partiti da zero, questo ci permette di liberare la nostra creatività, rimodulando sulla realtà pubblica e privata bolognese, che conosciamo bene, i pregi degli altri help center in Italia”. L’Help center di Bologna -inserito nella rete di Onds, l’Osservatorio nazionale sul disagio e la solidarietà nelle stazioni italiane (che riunisce 15 centri in Italia) - è situato vicino al binario 4 tronco est. È aperto tutti i giorni dell’anno, dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 19.30, il sabato e i festivi dalle 17 alle 19.30.

(Fonte Dire)

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