"E adesso il nostro Volo planerà in un nido qui"

Oggi alle 17,30 il trio sarà da Mondadori. E confessano: "Stiamo cercando una casa a Bologna"

Il Volo, ovvero Piero Barone, Gianluca Ginoble, Ignazio Boschetto

Il Volo, ovvero Piero Barone, Gianluca Ginoble, Ignazio Boschetto

Bologna, 26 febbraio 2015 - «E’ QUELLO che volevamo e speravamo», ammette Piero Barone davanti alla marea montante di fans che in questi giorni attende Il Volo ai quattro angoli della penisola per farsi firmare copie del loro fortunatissimo Ep Sanremo grande amore e, magari, conquistarsi l’attimo di un abbraccio o di un “selfie”. Oggi pomeriggio, alle 17.30, il rituale si ripete al Mondadori Megastore di via D’Azeglio 34 con un bagno di folla più speciale degli altri se è vero che Bologna rappresenta ormai da tempo l’ombelico del mondo artistico e professionale dello stesso Barone, di Ignazio Boschetto e di Gianluca Ginoble; la città in cui risiede il loro mentore e manager Michele Torpedine, quella in cui prendono forma i loro dischi, quella in cui il trio ha imparato a prendere le misure a un mestiere che dieci giorni fa l’ha portato sul gradino più alto del Festival di Sanremo consegnandogli onere e onore di rappresentare l’Italia alla 60ª edizione dell’Eurovision Song Contest. Ma bolognesi sono pure Celso Valli, arrangiatore di Grande amore, e il maestro Sergio Bertocchi, l’insegnante di canto che ha rifinito le tre voci rendendo Gianluca un baritono particolarmente caldo nelle note di armonia, Piero un tenore eroico e Ignazio un tenore lirico svettante. Così, grazie anche ai successi internazionali del gruppo, Bologna si trova nuovamente al centro della musica.

Qual è stato il momento più esaltante di questi giorni passati ad autografare dischi?

Boschetto: «A Milano affacciarci al balcone per salutare i fans di Piazza Duomo in fila davanti al negozio è stato esaltante».

Che differenza c’è tra queste promozioni italiane e quelle in America?

Ginoble: «In Italia ora sta avvenendo esattamente quello che ci accadeva un anno fa a Miami o a New York. Da questa parte dell’Atlantico non siamo mai stati così famosi. Sul pubblico di casa nostra un tour con Barbra Streisand o un concerto tutto esaurito a Manhattan non sono così prestigiosi come come la vittoria del Festival. D’altronde ad ascoltarci a Radio City Music Hall c’era solo qualche connazionale, mentre al Festival avevamo davanti l’intero paese».

Anche le istituzioni hanno iniziato a interessarsi a voi. Oggi a mezzogiorno vi attende il Questore di Bologna...

Barone: «Un incontro istituzionale importante così come lo è stato il concerto di Natale al Senato. Speriamo di farne altri e di riuscire a conquistare Mattarella come siamo riusciti a fare con Napolitano».

Che rapporto avete con la città?

Barone: «E’ bello salire sul taxi e sentire il tassista offrirci la corsa perché è un nostro fan. Vuol dire che siamo nel tessuto cittadino». Boschetto: «Grazie ai racconti di Torpedine abbiamo capito che a Bologna è fatta dei posti leggendari della canzone italiana come la Trattoria Da Vito. Ma anche cari alla memoria come l’Hotel Roma, dove dormiamo spesso, a due passi dalla casa di Dalla».

“Sanremo grande amore” l’avete registrato alla Fonoprint...

Barone: «E’ il nostro terzo disco inciso in città, ma non sarà l’ultimo visto che il mese prossimo iniziamo a lavorare qui sul nuovo album per il mercato internazionale che intendiamo dare alle stampe in autunno».

Sempre con Celso Valli?

Barone: «E’ il numero uno e abbiamo con lui un rapporto di squadra. Stiamo anche cercando casa in città. Amiamo Strada Maggiore, il quartiere Santo Stefano e via Indipendenza».

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