Dalla preistoria dei computer alle cattedrali digitali

Premio Mascagni. Imola Informatica, i pionieri dell’innovazione Segui il nostro speciale

Claudio Bergamini, fondatore di Imola Informatica

Claudio Bergamini, fondatore di Imola Informatica

Bologna, 29 settembre 2015 - Quando nacque Imola Informatica, nel 1983, probabilmente l’unico termine comprensibile, dei due, era Imola. L’informatica, per intenderci, era nella preistoria, e i computer occupavano intere stanze. Il mouse sarebbe arrivato l’anno dopo, insieme alla prima interfaccia grafica. Prima di allora l’informatica era solo numeri e stringhe di codice: roba da ingegneri.

Claudio Bergamini, fondatore di Imola Informatica, lei, per l’appunto, è un ingegnere.

«All’epoca dei miei studi l’unico modo per occuparsi di computer era laurearsi in ingegneria elettronica, e scegliere il biennio finale in informatica».

Poi, una volta uscito?

«Mi dedicai all’insegnamento, che coltivo tuttora. Feci il professore per molti anni in un liceo scientifico di Imola».

Finché non fiutò il business nascente...

«Se devo essere sincero non lo fiutai affatto. Furono degli amici a convincermi a tenere un corso serale sull’informatica, dedicato ai responsabili dei sistemi informativi delle imprese del circondario».

Come andò?

«Beh, il periodo era quello giusto. Quasi tutte le aziende, in quegli anni, stavano sostituendo le macchine da scrivere e le calcolatrici con i primi computer. C’era Olivetti, che era un astro nascente, e Microsoft aveva appena lanciato i computer sui cui girava il Dos».

Voi li vendevate?

«Mai venduta una macchina. Da sempre ci occupiamo di consulenza, di progetti di utilizzo, architetture, connessioni e strategie per sistemi informativi sempre più complessi».

I vostri clienti, oggi?

«Lavoriamo principalmente in ambito finanziario, per i sistemi informativi di banche, assicurazioni o grandi strutture private, oppure aziende americane di informatica per cui facciamo consulenza strategica».

Roba per pochi intimi.

«Non direi, oggi siamo in 82 dipendenti, con la sede a Imola e due filiali a Roma e Milano. E assumiamo costantemente. Trovare informatici esperti di architetture così complesse come quelle che gestiamo noi è così difficile che le strade sono due. La prima è farli entrare in tesi dall’università (e lo facciamo da sempre) per farli crescere dopo anni e anni. La seconda è guardarsi attorno: le nostre competenze sono merce così rara che quando vediamo un esperto in giro, in qualsiasi parte del mondo, facciamo di tutto per averlo».

Di cosa si vanta?

«Di non aver mai avuto un commerciale».

Fino a quando?

«Fino a mai. Non ce lo abbiamo tuttora. Siamo così specializzati, ed esistiamo da così tanto tempo, che sono sempre state le aziende a cercare noi. Questa è ancora oggi una grande soddisfazione. Così come quella di non aver mai cambiato nome e sede. Lavoriamo nel mondo, a stretto contatto con i colossi statunitensi dell’informatica che, per cercarci, vengono a Imola».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro