Imt, a rischio 323 posti. Il commissario: "Vendere è l’unica chance"

Casalecchio: l’azienda è in stato d’insolvenza

Lavoratori fuori dall'Imt

Lavoratori fuori dall'Imt

Casalecchio di Reno (Bologna), 11 marzo 2015 - Destino segnato per la Imt (Italian Machine Tools), holding controllata dalla finanziaria bolognese Paritel che si occupa di produzione e commercializzazione di macchine utensili. Gruppo che dà complessivamente lavoro a circa 323 persone nello stabilimento di via Cimarosa (a Casalecchio), nell’unità produttiva di Castel Maggior e poi negli stabilimenti di Cassine e Riva di Chieri (in Piemonte). Buona parte di essi fino alla fine dello scorso anno erano in cassa integrazione a zero ore o con riduzioni significative di orario. Dal primo di gennaio tutti questi dipendenti sono in attesa di potere accedere agli ammortizzatori sociali, che però non sono ancora stati autorizzati dal Ministero del Lavoro, con la conseguenza che molti di essi sono senza alcuna forma di reddito da più di due mesi.

Gravata da un debito complessivo vicino ai cento milioni di euro, la Imt alla fine dell’anno scorso ha ottenuto dal Tribunale di Bologna la sentenza di stato di insolvenza come premessa per arrivare all’amministrazione straordinaria, una procedura alternativa al fallimento che mira a risanare un gruppo creato alcuni anni fa dall’aggregazione sotto un’unica sigla la Morara-Decima: due storici marchi di Bologna nel campo della meccanica e delle macchine di rettifica, e la Tacchella: azienda meccanica piemontese specializzata nella costruzione dello stesso tipo di apparecchiature.

Secondo la relazione del commissario giudiziale, l’avvocato e professore Umberto Tombari, per questo gruppo gravato da troppi debiti è impensabile la strada della ristrutturazione: troppo basso il portafoglio ordini che potrebbe originare solo la metà del fatturato annuale degli 80 milioni necessari a portare in equilibrio attivi e passivi. Da qui la strada indicata dal commissario che nella sua relazione al giudice prospetta la strada della vendita come unica possibilità per recuperare un equilibrio economico capace di salvare impresa e occupazione.

«L’attività imprenditoriale di Imt ha quantomeno la chance di recuperare in tempi relativamente brevi un soddisfacente equilibrio economico, attraverso il ripristino di un rapporto fisiologico tra costi e ricavi, senza perdere una posizione di sicuro rilievo nel mercato». Tradotto: l’unico futuro possibile per le aziende del gruppo è la vendita, in forma aggregata o come ‘spezzatino’. «In diverse assemblee è emerso il fatto che ci sono già diverse manifestazioni di interesse di gruppi italiani e anche stranieri -conferma Eugenio Martelli di Fiom-Cgil- Ma adesso la nostra preoccupazione è ottenere quanto prima la Cassa integrazione straordinaria e per fare questo serve che arrivi quanto prima il decreto del giudice del tribunale di Bologna».

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