"Poco cemento nella scuola materna". Inchiesta dell’antimafia a Galliera

Ricostruzione post sisma, il pm chiede il sequestro ma i giudici dicono no

Il municipio di Galliera

Il municipio di Galliera

Bologna, 7 ottobre 2015 - L'accusa è di frode in pubbliche forniture perché, nel costruire la scuola materna parrocchiale di Galliera dopo il terremoto, sarebbe stato usato meno cemento di quanto previsto dal capitolato d’appalto. L’inchiesta, delicatissima, è del pm della direzione distrettuale antimafia Enrico Cieri, che a breve dovrebbe inviare gli avvisi di fine indagine, preludio alle richieste di rinvio a giudizio. Si tratta del filone bolognese dell’inchiesta madre che Cieri conduce da tempo sugli affari dei Casalesi a Modena, con sconfinamenti nella nostra Bassa, e sulle infiltrazioni delle cosche nella ricostruzione post sisma del 2012.

In questo caso la presunta frode in pubbliche forniture (senza l’aggravante mafiosa) riguarda appunto la costruzione della scuola dell’infanzia di Galliera, rifatta ex novo dopo il terremoto. Secondo la Procura, la ditta vincitrice dell’appalto bandito a suo tempo della Regione avrebbe utilizzato meno cemento rispetto al capitolato per costruire le fondamenta, sulle quali poi è stata edificata la struttura in legno della scuola.

Una carenza di cemento che per i consulenti del pm sarebbe grave, tanto che nell’autunno 2014 è stato chiesto al gip di sequestrate l’edificio. Una richiesta clamorosa, di cui però non si era avuta notizia, nonostante riguardasse una scuola paritaria. Così come non si sapeva nulla dell’indagine.

Va però detto subito che sia il giudice che il Riesame, a fine 2014, hanno negato il sequestro chiesto dalla Procura. Sulla base di altri pareri di consulenti, infatti, i giudici si sono convinti che il cemento usato, anche se inferiore rispetto al previsto, è comunque sufficiente a garantire la stabilità e la sicurezza dell’edificio.

Di diverso avviso il pm, che da allora ha affidato altre consulenze, rafforzandosi nelle sue convinzioni, e ora sta tirando le somme dell’inchiesta con la conferma delle accuse agli indagati.

 

FIN QUI il lavoro della Procura, che nelle prossime settimane avrà dunque nuovi sviluppi.

Nel frattempo, chi è certissima che la scuola sia sicura da ogni punto di vista è il sindaco Teresa Vergnana (che non è indagata). Al primo cittadino e alla Prefettura a suo tempo il pm aveva mandato una comunicazione perché valutassero, a fronte di quanto emerso dalle indagini, se prendere provvedimenti.

«Ricordo quei giorni – racconta il sindaco –, era la Vigilia di Natale e furono momenti di grande angoscia. La scuola era stata inaugurata nell’ottobre 2014, io e il parroco non ci saremmo mai aspettati nulla di simile. E’ una paritaria piccolina, con la struttura in legno di un solo piano, frequentata da 55-60 bambini. Appena è arrivata la comunicazione dei pm ho preso contatto con la Prefettura e la Regione. E’ venuto un pool di tecnici della Regione, delle parti e dei giudici a fare i test e le verifiche. Alla fine hanno stabilito che non c’erano pericoli per la stabilità della scuola. Solo allora ci siamo tranquillizzati».

Il sindaco conferma però i rilievi della Procura: «Il problema non è legato alla sicurezza –aggiunge Teresa Vergnana –, ma ha un profilo economico perché la concentrazione del cemento è leggermente inferiore rispetto al capitolato. Un problema fra la Regione e la ditta esecutrice, insomma. Non so se sia una frode o meno, lo stabilirà la magistratura. Quello che è certo è che la vicenda mi ha fatto stare malissimo».

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