Santa Viola, tutti furiosi per la mega insegna: "E' troppo aggressiva"

Sollevazione popolare contro un ‘compro oro’ appena aperto. Ma ci sono i regolari permessi

Bologna, il 'compro oro' in Santa Viola (FotoSchicchi)

Bologna, il 'compro oro' in Santa Viola (FotoSchicchi)

Bologna, 10 marzo 2015 - FINCHÉ si tratta di normali cartelloni pubblicitari il problema non si pone, ma quando l’insegna di un negozio, e in particolare di un’attività di compro oro, ricopre due intere facciate del palazzo in cui si trova, l’effetto ‘Time Square’ non viene apprezzato da residenti e frequentatori della zona. È il caso del ‘compro oro’ di via Emilia Ponente 157, a Santa Viola, che, aperto da un paio di giorni al posto di uno storico forno, non ha neppure ultimato i lavori a insegna e negozio che già sta infiammando gli animi di residenti e commercianti.

La discussione ha assunto dimensioni tali da mobilitare la consigliera comunale della Lega Nord Lucia Borgonzoni, che ha promesso di chiedere una seduta di commissione ad hoc. «Che i cartelloni pubblicitari catturino l’attenzione di probabili clienti è ovvio – scrive Borgonzoni in una nota –, ma quando l’attenzione è colpita in modo così impattante il discorso cambia notevolmente. È corretto che vi siano vetrine commerciali così selvagge in città?». In particolare, le accuse alla facciata del ’Compro Oro’ si sono diffuse a macchia d’olio sui social network, dove già sono comparsi numerosi post di protesta e si contano addirittura centinaia di commenti contro la vetrina sul gruppo Facebook ‘Sei di Santa Viola se...’.

Oltre che contestare l’estetica di una trovata pubblicitaria così vistosa, nonché il cattivo gusto del messaggio (‘I tuoi preziosi diventano denaro’ è lo slogan che troneggia sul cartellone, con l’ultima parola scritta a caratteri cubitali che racchiudono la fotografia di un gruzzolo di banconote da 50 euro), i residenti puntano il dito anche contro il fatto che il negozio resterà sempre aperto, orario continuato, domenica compresa.

Un commerciante, che preferisce restare anonimo, si sfoga: «Siamo tutti in ansia: chi frequenterà quel posto? E che controlli ci sono? Per paradosso, se un malvivente rapinasse qualcuno qui attorno potrebbe poi correre a cambiare la refurtiva al ‘compro oro’ e farla franca. Temiamo di essere invasi da brutta gente, richiamata da questo shop pubblicizzatissimo».

«È davvero troppo aggressivo – commenta Antonietta Monetti, residente –. Comprendo che si debba pubblicizzare un’attività aperta da poco, ma così è eccessivo».

La pensa allo stesso modo Massimo Maestri. «La facciata così addobbata è proprio brutta – sentenzia –. Poi mi domando: ma con la nuova ‘delirium tax’ quanto pagheranno?!». Eppure, all’interno del negozio i permessi da parte della Questura ci sono e sono persino incorniciati e appesi al muro, perciò nessuna irregolarità pare esser stata commessa.

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