Isabella Rossellini e quei ricordi della Bergman: "Ora porto mamma Ingrid a teatro"

Al “Cinema ritrovato” per l’omaggio alla diva FOTO L'abbraccio di piazza Maggiore FOTO L'attrice in Cineteca

Isabella Rossellini

Isabella Rossellini

Bologna, 2 luglio 2015 - Ma è stato più pesante essere la figlia di Roberto Rossellini o di Ingrid Bergman? Isabella Rossellini, con ancora al collo la medaglia di commendatore delle arti ricevuta l’altra sera a Parigi dal ministro francese, sorride: «Papà era più severo e geloso, con mamma era tutto più facile. Ma quello che sempre mi ha colpito in entrambi era la passione per il lavoro». Isabella è stata protagonista ieri al festival del “Cinema Ritrovato” di Bologna della giornata-omaggio dedicata alla Bergman culminata con la proiezione in una piazza Maggiore stipatissima della copia restaurata di “Casablanca”. «Un film – dice lei – che tutti ritengono romantico ma che in realtà contiene risvolti comici. È divertente, non c’è un momento in cui ci si annoia».

Attrice, regista, produttrice, autrice, modella, partner di grandi registi (è stata moglie di Martin Scorsese, compagna di David Lynch), oggi la Rossellini è una elegante signora 62enne piena di progetti e entusiasmo, appassionata di etologia (il suo spettacolo “Green porno” ha girato mezzo mondo) e custode delle memorie familiari. «Sono grata alla Cineteca - dice - di aver salvato i film dei miei genitori dimenticati o finiti nelle aste fallimentari». “Casablanca” ma non solo. Stamane il Festival (che ha come immagine-guida il bellissimo volto di Ingrid) presenta in prima nazionale il documentario dello svedese Stig Bjorkman “Ingrid Bergman-In Her Own Words” (già visto a Cannes) in cui si ricostruisce dettagliatamente la parabola artistica di questa straordinaria attrice vincitrice di ben tre Oscar. È stata Isabella a fornire al regista scandinavo i materiali (carte, foto, filmini girati dalla stessa Bergman sul set, lettere, ritagli di giornale) che la madre aveva metodicamente conservato per tutta la sua lunga carriera.

Signora Rossellini, perché questa voglia di sua madre di non disperdere i ricordi?

«Anche negli ultimi tempi, quando ormai la malattia non lasciava più speranza, continuava a riorganizzare la stanza dove aveva raccolto le cose. Una volta mi disse: “Ho conservato tutto questo perché sapevo di aver avuto una vita importante”. Credo che quando lei, da ragazza, si è scoperta attrice abbia trovato la felicità».

Lei sta lavorando a un’idea di spettacolo teatrale che costituirà un omaggio ancora più significativo. Come sarà?

«Con Guido Torlonia sto selezionando brani dell’autobiografia di mamma che possano costituire una lettura di poco più di un’ora supportata ovviamente da immagini e filmati. Voglio raccontare la sua grande idea di libertà. Porterò lo spettacolo a Londra con Jeremy Irons, a Parigi con Gerard Depardieu e, in ottobre a Roma, in compagnia di Christian De Sica».

Che è stato il suo primo fidanzatino..

«È vero. E che debuttò al cinema proprio con mio padre».

A proposito di Rossellini, lei descrive nel documentario di Guy Maddin “Mio padre ha cento anni” in maniera molto dettagliata i caratteri dei suoi genitori. Che ricordo ne ha?

«Beh è vero, mio padre spesso stava a letto, riceveva in pigiama, divorava caramelle al glucosio. Mamma al contrario sprizzava energia da tutti i pori, parlava cinque lingue, era in continuo movimento. Per papà il cinema era una missione morale. Sosteneva che se un tempo la cultura poteva essere trasmessa solo dalla letteratura, con l’avvento del cinema era diventata immediata. E faceva l’esempio dell’elefante: basta una breve immagine per capire cos’è senza leggere pagine e pagine».

Lei da bambina si rendeva conto della straordinaria famiglia a cui apparteneva?

«Non tanto. Ricordo che alle mie compagne di scuola chiedevo se mia madre era più o meno famosa di Audrey Hepburn. Ho sofferto dello scandalo che l’unione dei miei genitori aveva suscitato. Ricordo che noi bambini eravamo inseguiti dai paparazzi fin dentro casa».

Ha appena finito un nuovo film?

«Si intitola Joy e uscirà a dicembre in America. È una commedia drammatica con Jennifer Lawrence protagonista e un cast stellare. Io faccio la fidanzata di De Niro».

E com’è essere la fidanzata di De Niro anche solo per finta?

«E chi lo sa? Il copione non prevedeva nemmeno un bacio. L’ho detto a David O. Russel, il regista: “Accidenti a te...”».

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