E’ caccia alla bolognese ideologa dell’Isis

Terrorismo, si chiama Haik Bushra e ora è ricercata

Miliziani dell'Isis

Miliziani dell'Isis

Bologna, 2 luglio 2015 - «Se tutti gli uomini dovessero pensare al mantenimento eterno della famiglia nessuno potrebbe combattere e lo Stato islamico sarebbe invaso e finito». Gli insegnamenti di Haik Bushra, trentenne canadese di origine siriana, nata e vissuta a Bologna fino al 2012, erano stati recepiti perfettamente da Fatima Zahra, al secolo Maria Giulia Sergio, ventisettenne milanese sposata alla causa dell’Isis e partita per combattere la jihad in Siria assieme al marito. Secondo la Digos di Milano, che ha condotto l’indagine ‘Martese’ (matrimonio in albanese) era stata proprio la bolognese, che da tre anni vive a Riyadh in Arabia Saudita, a indottrinare la giovane e spingerla verso la sanguinosa guerra del terrore del Califfato. Bushra è infatti tra i dieci destinatari delle ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dalla Procura del capoluogo lombardo. L’ideologa del Califfato ancora non è stata arrestata: assieme a lei, accusati a vario titolo di associazione con finalità di terrorismo e di organizzazione del viaggio per finalità di terrorismo, ci sono anche i familiari di Fatima e di suo marito, l’albanese Aldo Kobuzi. 

Secondo gli inquirenti, la Sergio nutriva una grandissima ammirazione per la Bushra, sua insegnante via Skype di Corano. Un trasporto che aveva influenzato anche la sorella Marianna che, dopo la partenza della ventisettenne, aveva continuato a seguire le lezioni e addirittura preso il posto di Maria Giulia Fatima come tramite tra le altre (numerose) ‘alunne’ e la carismatica insegnante bolognese.  Con la Bushra Fatima aveva parlato via mail nell’agosto 2014 del matrimonio con Kobuzi e della possibilità di partire con lui per la Siria. A lei aveva chiesto informazioni sulla presenza di ospedali dove curare la sua malattia e manifestato alcune perplessità riguardo la possibilità di continuare gli studi. E la Bushra l’aveva puntualmente rassicurata, dicendo che la situazione nei territori sotto lo Stato islamico era tutto sommato discreta.  Anche dopo la partenza dall’Italia, l’insegnante era rimasta comunque punto di riferimento per l’aspirante terrorista. La trentenne canadese nata in città, infatti, è tra le prime persone contattate tramite sms da Maria Giulia una volta giunta in Turchia a settembre scorso. Una circostanza che manifesta, secondo gli inquirenti, come la trentenne fosse pienamente a conoscenza delle intenzioni di Maria Giulia di unirsi allo Stato islamico. «Le lezioni della Bushra – si legge nel provvedimento di carcerazione – rappresentano una efficace e continua esaltazione dell’agire terroristico dello Stato islamico e delle azioni di natura terroristica perpetrate ai danni di obiettivi occidentali, minoranze religiose (sciiti in particolare) e ostaggi». Ora, si spera, la campanella è suonata. 

 

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