Guerra all’Isis, l’Italia non può chiamarsi fuori

La lettera. Risponde il vice direttore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Bologna, 1 dicembre 2015 - Bene ha fatto Renzi a non associarsi ad Hollande nella guerra all’Isis. Non ripetiamo l’errore commesso in Libia quando abbiamo dato ascolto ai francesi che poi miravano ad estrometterci dalle fonti di gas e petrolio. Molti dovrebbero imparare da noi italiani che abbiamo sconfitto i nostri terroristi, non con stupide bombe, ma con armi più efficaci: diplomazia e servizi segreti.  Maria Piccinini, Ferrara

 

Risponde il vice direttore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Il Califfato e Gheddafi sono due ordini di problemi diametralmente opposti per natura e per effetti sull’Europa. La destituzione di Gheddafi voluta dai francesi fu un errore perchè il Rais, pur da dittatore, garantiva stabilità a quell’area già di per se difficilmente gestibile. Ciò che è venuto dopo è peggio: i signori della guerra si muovono per bande, il governo è spezzato in due, il Califfato si sta espandendo e le ondate di migranti verso l’Italia si sono moltiplicate. L’Isis è una minaccia per tutta l’Europa, ci aggredisce in casa, costringe l’Occidente a impegnare migliaia di uomini e mezzi per la sicurezza. Il Giubileo è in arrivo e la protezione è un incubo. Ecco perchè l’Italia non può rimanere fuori da un sistema di alleanze contro il Califfato. Il premier Renzi dice che ci difenderemo con la cultura. Speriamo che sia uno scherzo.

beppe.boni@ilcarlino.net

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