La dottrina esplosiva che nell’Islam unisce politica e religione

Risponde il vicedirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Bologna, 31 luglio 2016 - La morte di Giulio Regeni inquieta e rattrista per come è avvenuta e per la mancata collaborazione dell’Egitto. Sembra meno importante di quella dei 9 italiani uccisi a Dacca o degli altri a Nizza su cui è calato il silenzio. C’è discriminazione anche fra i morti, secondo logiche che non condivido. Si vuole enfatizzare il mito di ottimo studente che può rappresentare un simbolo politico? Pietro Balugani, Modena

Risponde il vicedirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Come sappiamo la morte di Giulio Regeni, torturato e ucciso in Egitto, dalla polizia o da altre forze dell’ordine non nulla a che fare con le altre vicende legate al terrorismo. E’ stato un omicidio di Stato e speriamo di arrivare ad un chiarimento che per ora l’Egitto non vuole fornire all’Italia. Nizza e Dacca sono due tragiche storie legate al terrorismo islamico che ormai colpisce in tutto il mondo. A volte sembra quasi che ci sia timore a sostenere politicamente le accuse contro le forze del male islamiche che uccidono preti e inermi cittadini. Anche Papa Bergoglio, riferendosi alle ultime drammatiche vicende, sostiene che non si tratta di guerra di religione ma che sono motivi economici ad innescare i conflitti. A volte è vero. Ma i terroristi islamici sovrappongono politica e religione e in nome di questa dottrina distorta uccidono e torturano.

beppe.boni@ilcarlino.net

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