Ispettore Coliandro: ciak si gira al ‘Carlino’

L’altra sera la troupe guidata da Marco Manetti nel nostro giornale FOTO Ciak!

 Bob Messini nei panni di un giornalista, si batte un ciak, il regista Marco Manetti al monitor e con gli attori Lorenzo Pedrotti e Messini mentre spiega la scena da girare

Bob Messini nei panni di un giornalista, si batte un ciak, il regista Marco Manetti al monitor e con gli attori Lorenzo Pedrotti e Messini mentre spiega la scena da girare

Bologna, 29 luglio 2015 - Quattro uno, uno prima. Ciak, si gira l’ispettore Coliandro… al Carlino (foto). Dopo la massiccia mobilitazione dei fan che a gran voce hanno chiesto il ritorno della serie tv ideata da Carlo Lucarelli e diretta da Manetti Bros. (le ultime puntate sono andate in onda su RaiDue nel 2010), le riprese della quinta stagione sono iniziate già da qualche mese a Bologna e l’altra sera il set si è spostato nella sede centrale del Resto del Carlino. Al grido di #coliandroisnotdead, hashtag di riferimento per il poliziotto fuori dai ranghi interpretato da Giampaolo Morelli, si gira giorno e notte fino a metà settembre mentre il pubblico freme per vedere le nuove puntate, sei in tutto, in arrivo forse già a fine ottobre.

A fare da sfondo alla prima scena della quarta puntata, che si intitola Salsa e merengue e ruota attorno a un mistero nel mondo delle disco latino-americane (molte scene sono state girate alla Capannina e tanti sono gli attori bolognesi impegnati nella puntata come Giorgio Comaschi e Marco Dondarini), proprio la nostra redazione. A dirla tutta, in principio la location scelta era l’archivio, ma quando a tarda sera Marco Manetti ha messo piede sul set i programmi sono saltati: «Sono entrato nell’open space e… boom! E’ qui che dobbiamo girare». Certo il fascino del nostro archivio non lo ha lasciato indifferente: «Che scene magnifiche si potrebbero girare qui con un drone!». Il regista gira in lungo e in largo fra le scrivanie osservato dai giornalisti ancora intenti a chiudere le pagine («Ma Morelli non c’è?». Eh no. Giornaliste deluse), si tormenta la barba, riprende le possibili inquadrature con il suo smartphone e via, si può iniziare. Anzi no, è ora di cena. Di là qualcuno ha allestito un catering invitante: pollo, patate, pomodori ripieni, finocchi e frutta a volontà. Ci vuole energia per lavorare a quest’ora. E’ quasi mezzanotte al primo ciak, ma prima il regista dà qualche dritta agli attori. Bob Messini interpreta un ex giornalista del Carlino che si è introdotto nel giornale per cercare una telecamera che gli servirà per uno scoop. Roba grossa, promette. Il giovane Lorenzo Pedrotti, già protagonista di Paura’ dei Manetti Bros., arriva alle sue spalle e coglie di sorpresa il collega intento a frugare in un armadietto in cerca della preziosa telecamera. Poche battute fra i due, ma quanto lavoro dietro qualche minuto di girato.

Manetti è scanzonato mentre chiacchiera con la troupe, cerca la sua bottiglietta d’acqua abbandonata chissàdove e mostra foto e filmati alla figlia adolescente e al nipote che lo accompagnano sul set, ma scrupoloso mentre osserva le scene dal monitor collocato tra le scrivanie dei poligrafici ancora al lavoro. «Laggiù c’è qualcuno che si muove, andate a dire che stiano fermi e zitti», tuona Manetti. Ma questo è un giornale e c’è gente che lavora anche dopo mezzanotte. Così, nel grande spazio della nostra redazione, le frasi si mischiano e si sovrappongono e fra i vari ‘motore’, ‘dà via la sei’, ‘tempo microfono’, ‘riaprimi la due’, ‘stoooop!’, la scena è ampiamente girata ed è tempo di raccattare cavi, telecamere e gli avanzi della cena.

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