Il futuro è una stampante 3D. Rifkin: "Super internet ci salverà""

Il dopo crisi dell'economista: energie pulite e addio vecchio capitalismo Lo speciale "it.generation"

Jeremy Rifkin (Ansa)

Jeremy Rifkin (Ansa)

Milano, 7 settembre 2014 - Jeremy Rifkin, 69 anni, economista e docente alla prestigiosa Wharton School of Finance and Commerce, consulente di vari premier tra cui Angela Merkel, nel suo libro “La società a costo marginale zero” (Mondadori) prospetta il superamento del capitalismo e l’avvento di un nuovo modello economico basato sulla condivisione. L’abbiamo incontrato a Milano.

Lei insiste molto sull’uso delle energie alternative, ma oggi un watt prodotto con il solare costa 6-7 volte rispetto a un watt prodotto col petrolio. E i pannelli solari sono finanziati con un’addizionale che pagano tutti i consumatori. «Lei mi parla dell’energia ma questo è solo un aspetto delle teorie di cui tratto nel mio libro. Mi permetta di fare un passo indietro. Ogni rivoluzione industriale è stata contrassegnata dalla convergenza di tre elementi: nuove forme di comunicazione, nuove forme di energia, nuove forme di trasporto. Prima rivoluzione industriale: stampa, vapore, locomotive. Seconda: telegrafo poi telefono poi radio e tv, petrolio, strade e aerei. Ma ora questo modello è arrivato al tramonto. I combustibili fossili e quelli nucleari costeranno sempre di più. È per questo che viviamo nell’attuale crisi. Io ho passato molto tempo in Italia: le riforme politiche e del mondo del lavoro vanno bene, ma se continuiamo col modello economico attuale non serviranno a niente. Occorre realizzare una Superinternet».

In che cosa consiste? «Internet da sola non basta più. Riguarda solo la comunicazione. Invece dobbiamo avere un’Internet dell’energia — e qui vengo alla sua domanda — e un’Internet delle cose. Internet dell’energia: in Germania il 27% dell’energia viene prodotta dalle fonti rinnovabili. In una domenica dello scorso maggio il 75% dell’energia tedesca consumata è stata prodotta così. Io immagino una rete di energia alimentata dai pannelli solari sulle case, che si scambiano o ricevono l’energia in eccedenza. Si passa dalla figura del consumatore al prosumer: produttore e consumatore allo stesso tempo. Le grandi compagnie verticali che controllavano il mercato non esisteranno più, rimpiazzate da cooperative orizzontali di prosumer. Infine l’Internet delle cose. Chiunque produca un oggetto e vuole venderlo a qualcuno lontano, potrà usare due strade. O la stampante 3D, oppure il trasporto con veicoli senza conducente guidati dal Gps. Grazie alla convergenza di queste tre Internet avremo la terza rivoluzione industriale».

Mi scusi se insisto, ma l’energia solare costa ancora molto. «Quella eolica è già arrivata al pareggio. Per quanto riguarda quella solare, come sempre con una nuova tecnologia, all’inizio i costi sono alti poi diminuiscono secondo una curva ben precisa. Quando ho cominciato a occuparmi di questi argomenti, un watt prodotto con il solare costava 66 dollari, oggi costa 66 centesimi! In quanto alle sovvenzioni, non dimentichiamoci che in Germania, per esempio, l’industria siderurgica e quella chimica pagano tariffe speciali per l’energia, e quindi sono sovvenzionate esse stesse. In Italia l’Enel riceve massicci sovvenzionamenti governativi anche per l’energia tradizionale».

Il suo libro si intitola “La società a costo marginale zero”. Che cosa intende? «Il costo marginale è quanto costa produrre un singolo prodotto, al netto dei costi fissi. Io insegno alla Wharton e per 30 anni abbiamo insegnato a tanti amministratori delegati che era fondamentale applicare nuove tecnologie per abbassare i costi marginali, e quindi abbassare i prezzi dei prodotti e venderne di più. Ma nessuno avrebbe immaginato che il costo marginale avvrebbe potuto arrivare quasi a zero. Tutto è iniziato su Internet: miliardi di persone oggi condividono musica, filmati, libri, anche lezioni universitarie, a costo zero. Ora si tratta di applicare lo stesso principio all’energia e ai trasporti. Per l’energia si tratta di sfruttare quella eolica e quella solare: quando i costi dei pannelli saranno abbattuti, il costo marginale dell’energia sarà pari a zero. Il vento e il sole non ti mandano il conto. Per i trasporti si tratta di usare veicoli a energia elettrica ricavata dai pannelli e guidati dal Gps, oppure alle stampanti 3D. Si tratta di passare a un’economia di condivisione. Dall’economia del possesso a quella dell’accesso».

Lei sostiene che l’Italia è il Paese più adatto a cavalcare questa terza rivoluzione industriale. Perché? «Perché avete un tesoro di creatività! Proprio di recente il designer Michele Anoè ha completato in Italia il progetto di un’auto che verrà stampata in America con una stampante 3D. È fantastico, e siete stati voi italiani a farlo. Renzi mi ha detto che ha letto tutti i miei libri, ora spero che legga anche questo. Dovete abbandonare il vecchio modello economico e guardare al nuovo. Basterebbe investire il 10% delle tasse. È frustrante vedere quello che potreste fare e la crisi in cui vi trovate. Non c’è tempo. Dovete farlo subito, adesso, o i giovani non avranno un futuro. Avete solo un anno di tempo».