Kopjra, la difesa del diritto d’autore contro i pirati del web

Nata due anni fa da un gruppo di giovani laureati, la startup bolognese, con sede a Working Capital, ha creato un software che scova le violazioni in rete e le contrasta, trattando anche di informatica forense e marketing It. Generation - segui il nostro speciale

Il team di Kopjra

Il team di Kopjra

Bologna, 2 marzo 2015 - Sono i giovani guardiani del diritto d’autore nel regno di internet. Sono cinque e hanno lauree che svariano dall’informatica all’ingegneria meccatronica, dalla giurisprudenza all’economia e finanza. Dall’unione delle loro competenze, due anni fa, è nata ‘Kopjra’, la startup che dà il nome al software anti-pirateria. “Siamo un team indipendente che può pensare a tutto”, spiega Tommaso Grotto, classe 1989 (come tutti gli altri soci, tranne uno del ‘92), amministratore unico di questa giovane ma importante realtà sbocciata dal florido humus universitario bolognese.

Grotto, la pirateria online è un mercato che fattura più di 50 miliardi di dollari l’anno. Come si contrasta? “In due modi. Il primo prevede l’invio di notifiche di rimozione: mail che spiegano alla persona giuridica che il contenuto che sta condividendo rappresenta un atto illecito. Il secondo riguarda l’acquisizione della prova digitale a dimostrazione che c’è stata una violazione: serve per citare in giudizio il soggetto che ha violato e chiedergli il danno. Questa seconda strada si percorre quando il soggetto è ben identificabile e ha un patrimonio aggredibile”.

Cosa propone Kopjra? “Offre tre tipi di servizi: aiutare il cliente a trovare le violazioni e contrastarle; in più diamo consulenza in materia di informatica giuridica e forense e trasformiamo la pirateria in un fenomeno di marketing analitico”.

Cosa c’entra il marketing con la pirateria? “Semplice: monitoriamo i download illegali e forniamo dati che possono servire per capire le tendenze del mercato. Ad esempio, scoprire che l’album di una band viene scaricato illegalmente soprattutto in un determinato Paese, può suggerire alla band stessa di organizzare una tournée proprio lì. Oltre a questo, ci occupiamo anche di marketing operativo: mettiamo un torrent parziale di quell’album sul web e regaliamo a chi lo scarica un coupon che dà diritto a uno sconto per acquistare il disco originale. Molti che scaricano illegalmente potrebbero diventare dei potenziali clienti”.

In quanti hanno avuto la vostra stessa idea? “I nostri competitor si contano sulle dita di una mano: si occupano solo di ricerca di violazioni e invio diffide. Persino all’estero sono rare le aziende che hanno tutte le nostre competenze”.

Obiettivi futuri? “Ora, per mancanza di risorse, abbiamo deciso di focalizzarci sul diritto d’autore, ma l’obiettivo a lungo termine è di occuparci di proprietà intellettuale, di tutela della privacy e di contrasto a diffamazione, contraffazione e pedopornografia. Puntiamo a raccogliere almeno mezzo milione di euro per completare lo sviluppo di Kopjra e renderlo un prodotto che i nostri clienti possano usare autonomamente. Come si dice in gergo, un software as a service (SaaS)”.

Che sacrifici avete fatto per arrivare fin qui? “Sono serviti due anni. Nel primo periodo avevamo tutti un doppio lavoro: il giorno facevamo consulenza, la notte lavoravamo su Kopjra. Ci vogliono pazienza e sacrificio, dimenticandosi vacanze e weekend”.

Il team di Kopjra è completato da Pier Raffaele Catena, Emanuele Casadio, Matteo Scapin, Luca Trevisan. Kopjra ha sede all’interno di Working Capital - Bologna, l’acceleratore di Telecom Italia (via Oberdan, 22). La startup ha vinto uno dei grant da 25mila euro messi a disposizione da Working Capital. Kopjra ha, tra i suoi partner, lo studio legale Previti e la Knowmark Srl e collabora con il Cirsfid dell’Università di Bologna, il principale centro di ricerca italiano in informatica giuridica e forense.