Lo chef Bastianich al 'Cappello Rosso': "Cucina e musica le mie passioni"

E' anche giudice a MasterChef e suona nel gruppo 'The Ramps' FOTO

Bastianich al "Cappello Rosso" (FotoSchicchi)

Bastianich al "Cappello Rosso" (FotoSchicchi)

Bologna, 3 febbraio 2015 - Ristoratore di successo, rinomato viticoltore, noto al pubblico televisivo come giudice di MasterChef, Joe Bastianich, per chi non lo sapesse, è anche un appassionato musicista (FOTO). Voce e chitarra del gruppo ‘The Ramps’, lo chef si prepara per il suo nuovo programma, ‘On the road’, in onda su Sky a partire dal prossimo mese. Non poteva mancare la via Emilia per questo road-movie, settima tappa di un tour musicale che va alla scoperta degli intrecci tra canzoni, volti e storie personali di tutta Italia. Alle prese col racconto della nostra tavola, l’abbiamo intercettato al ‘Cappello Rosso’, una delle osterie più antiche della città, prima di esibirsi.

‘On the road’ in Emilia cosa vuol dire?

"Bologna è indiscutibilmente la capitale del cibo nel mondo. Lavorando a Milano mi fermo spesso qui anche solo per cenare. Tante volte è chef Barbieri che mi porta in giro per ristoranti e mi fa da cicerone. E’ una città piena di cose da raccontare, molto aperta e anche molto canora. La prospettiva del viaggiatore, l’occhio dello straniero, è il modo migliore per scoprire le vostre tradizioni musicali e gastronomiche".

Le piacciono i tortellini?

"Sono il mio piatto preferito. Negli Stati Uniti ci provano a farli ma non sono proprio la stessa cosa. Io però e cerco in tutti i modi di promuoverli".

Che differenza c’è tra il Bastianich di MasterChef e il Bastianich musicista?

"Tanta. Tutto quello che riguarda la ristorazione rappresenta il mio lavoro, la musica è solo e unicamente una grande passione. Anche il cibo e il vino sono passioni, certo, ci lavoro da una vita, ma la possibilità di fare qualcosa semplicemente perché ti piace è il massimo".

Di solito è molto pungente nei panni di giudice di MasterChef. Se dovesse darsi un voto come musicista, cosa direbbe di sè?

"Suono da sempre e non me la cavo male, diciamo che mi impegno".

E’ vero che in ogni locale doveva per il suo programma lascia una ricetta? Cos’ha in serbo per la nostra osteria?

"Non ci ho ancora pensato, lascio un po’ di mistero per il momento perché vorrei stupirli. In generale suggerisco quasi sempre la classica ricetta italo-americana degli ‘spaghetti and meatballs’, la pasta al pomodoro con le polpette".

E che vino ci abbiniamo? Sangiovese o Lambrusco?

"Quando siamo qui si beve sempre Sangiovese. Però anche il Lambrusco non mi dispiace".

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