Martedì 16 Aprile 2024

Trasgressione Made in Bo: i primi quarant’anni del Kinki

Negli anni Settanta ospitò la rivoluzione del costume. Quattro serate per celebrare quattro decadi di musica e tendenze

Il dj Dino Angioletti, protagonista di una delle serate per i 40 anni del Kinki

Il dj Dino Angioletti, protagonista di una delle serate per i 40 anni del Kinki

Bologna, 29 gennaio 2015 - Un salto nel passato. In quella decade colorata e viziosa durante la quale i bassifondi di New York generarono, in contemporanea, la disco music, l’hip hop e il punk. Era la metà degli anni ’70 e Bologna già aspirava a conquistare il suo posto all’interno della galassia internazionale della musica e della vita notturna.

Che, a pochi metri dalle due Torri, andava in scena in uno stanzone essenziale e sotterraneo, senza alcuna insegna, come voleva lo stile rigorosamente underground d’oltreoceano. Quella pista da ballo in via Zamboni 1, inaugurata proprio nel 1975 nello stesso ambiente che prima ospitava un fumoso night, il Whisky a Go Go (dove si esibiva il Dalla clarinettista), si chiamava Kinki.

E sabato inizierà, con la prima di quattro serate, i festeggiamenti per i suoi straordinariamente vivaci 40 anni di attività. Per sottolinearne l’importanza basterebbe stilare una lista approssima di quelli che ci sono passati per ballare, da Achille Bonito Oliva a Mick Hucknall dei Simply Red, al fotografo superstar David LaChapelle a quelli che invece, come l’attore Rupert Everett, non sono riusciti a entrare perché la loro immagine non piaceva a chi era incaricato di scegliere con accortezza le persone che avrebbero varcato l’ambita soglia.

Lo spettacolo, infatti, iniziava fuori, con le lunghe file che snodavano sino alle Due Torri e un pubblico numeroso che si accalcava per ammirare i look stravaganti dei frequentatori. I travestimenti. Perché il Kinki è stato, in quegli anni, il primo club dichiaratamente gay in Italia. Ma non precluso agli altri. Qui tutti erano i benvenuti, al di là del sesso e della provenienza sociale, in una visone democratica dell’intrattenimento, che era profetizzata innanzitutto dalle discoteche americane.

Per celebrare un ricorrenza così importante (e unica) il club ha organizzato quattro feste, rigorosamente a invito (ma si può andare sul gruppo Facebook dedicato e contattare gli organizzatori per poter partecipare), ognuna dedicata a una decade.

Si inizia sabato con 1975-1985 con i dj’s Luca Trevisi e Dino Angioletti, si prosegue il 21 febbraio (con il decennio 85-95), il 21 marzo con ’95-2005 e si finisce il 18 aprile con la decade più vicina a noi. Di ognuna saranno protagonisti quelli che frequentavano il Kinki negli anni celebrati. Si ritroveranno sulla pista da ballo che li vide adolescenti felici di ascoltare la stessa musica che, nello stesso momento, faceva muovere i loro coetanei di New York.

In aprile verrà anche pubblicato un libro edito da Damiani che ripercorre la storia per immagini del locale e sarà inaugurata (in un luogo da definirsi) una mostra in 3D nella quale verrà ricostruita l’esperienza del locale attraverso musica e video. Prevista anche una serie di t-shirt celebrative il cui ricavato sarà devoluto in beneficenza.