Cartelli sui colli: "Automobilisti, attenti ai ladri armati di metal detector"

In via Siepelunga e dintorni. Li hanno messi i gestori della trattoria Monte Donato: "Così abbiamo dato un freno al fenomeno"

Bologna, Davide Camposeo della trattoria Monte Donato (FotoSchicchi)

Bologna, Davide Camposeo della trattoria Monte Donato (FotoSchicchi)

Bologna, 29 marzo 2015 - Una raffica di furti ad alto tasso tecnologico sta colpendo la zona colli, giù fino a San Lazzaro. È praticamente impossibile non notare i cartelli appesi a ogni palo e recinzione di via Siepelunga, fin su alla nota trattoria Monte Donato. Il messaggio contiene già tutti gli elementi della denuncia: ‘Attenzione! Alla sera gira una banda di ladri fra Bologna e San Lazzaro che usano una sorta di metal detector per rilevare le batterie dei computer, cellulari e altro. Consigliamo di non lasciare attrezzature elettroniche di nessun tipo nell’auto, anche se nascoste nel baule, sia da noi che in altre zone. Specialmente alla sera».

A scrivere il dettagliato messaggio sono stati gli osti della stessa trattoria, stanchi di sentire i comprensibili lamenti della clientela vittima di furto. Come fanno a conoscere i dettagli della tecnica dei ladri? «Semplice, abbiamo un circuito di telecamere e abbiamo visto come fanno – spiega uno dei quattro soci del locale, Davide Camposeo –. Va avanti da anni, ma devo dire che dopo avere tappezzato la zona con i cartelli abbiamo dato un freno al fenomeno». Perché nessun cliente o passante lascia più alcun apparecchio elettronico nell’auto. «Le forze dell’ordine? Certo che le abbiamo chiamate – continua Camposeo –. Abbiamo anche fatto una raccolta di firme, ma non è servita un granché».

L’identità dei ladri, una banda di tre o quattro individui secondo la ricostruzione dei testimoni, è ancora sconosciuta. «Noi riuscimmo anche a fotografare la targa dell’auto, che era rumena. Ma la polizia ci rispose che era impossibile ottenere informazioni dalla Motorizzazione della Romania», racconta Camposeo. La tecnica è sempre la stessa.

«Loro salgono con l’auto e controllano se ci sono macchine parcheggiate sopra la chiesa (Beata vergine del Carmine; ndr) – ricostruisce la scena il ristoratore –. Dopodiché si fermano e usano un apparecchio che riesce a rilevare apparecchi elettronici anche se sono chiusi nel baule». A quel punto basta una manciata di minuti per spaccare il vetro posteriore ed estrarre la refurtiva. «Una volta è capitato che uscissimo mentre stavano scappando – racconta un po’ divertito Camposeo –. Hanno rallentato, hanno abbassato il finestrino e ci hanno urlato: ‘Cosa vuoi?’. Come se noi li stessimo disturbando durante il loro lavoro...». Dopo tanti episodi rimasti impuniti i gestori del locale hanno deciso di intervenire nell’unico modo possibile: «Ecco perché abbiamo attaccato tutti questi cartelli. Funziona».

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