Lavori pubblici il buco nero di quest’Italia

Risponde il vice direttore del Resto del Carlino

Bologna, 18 aprile 2015 - L’ASTA per le opere pubbliche consente un risparmio ma porta al sospetto che il miglior offerente abbia abbassato i costi per poi rifarsi con la riduzione del materiale (cemento ed altro) e con l’utilizzo di lavoratori in nero e poco qualificati. C’è un solo modo per evitare truffe: la massima sorveglianza da parte di persone esperte in materia. Dante Cichetti

Risponde il vice direttore del Resto del Carlino

SE È VERO che in otto casi su dieci si pagano tangenti (o favori o consulenze), evitare le truffe sui materiali è impossibile. Per l’imprenditore disonesto in genere, o che sia costretto a pagare la tangente, il primo sistema per abbassare i costi è il subappalto. La ditta A passa i lavori alla ditta B che li ripassa a C e D, i quali, pur di lavorare, vengono strozzati e devono rifarsi a loro volta truffando sui materiali o impiegando lavoratori in nero. La legge permette il subappalto. Il secondo sistema è ottenere la complicità del direttore dei lavori. Quest’ultimo è penalmente responsabile di fronte alla legge della corretta esecuzione dell’appalto ma finché un tetto non cade, chi se ne accorge? Alla fine di tutto c’è il collaudo. Ma se il collaudatore è incapace o è corrotto, chi ci garantisce? Neanche il Padreterno.

massimo.gagliardi@ilcarlino.net

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